Inefficace il Fondo per le giovani coppie che vogliono la casa

Pubblicato il 22 April 2013

Sono bastati due anni per capire che il Fondo per l'acquisto della prima casa istituito nel 2011 dal Ministero delle politiche sociali per favorire le giovani coppie, quelle di età inferiore ai 35 anni, i modo che potessero accedere al credito a condizioni agevolate, è stato un buco nell'acqua. In due anni infatti sono soltanto un centinaio i mutui erogati fino a oggi dalle banche italiane mediante l'ausilio del fondo. A rivelarne l'inefficacia come mezzo per l'acquisto della prima casa sono bastati i dati pubblicati da Consap, la società del Tesoro che gestisce il fondo: con una dotazione complessiva da 50 milioni di euro, il fondo risulta aver impiegato finora una cifra ridicola, circa 1,7 milioni. Ancora peggio se si vanno a vedere i dati dal punto di vista delle banche, dal momento che gli istituti, in un periodo drammatico come questo, hanno sfruttato il fondo solo in minima parte erogando soltanto 96 mutui.

A questo punto la domanda che sorge spontanea è una sola: perché finora i mutui erogati sono stati così pochi? Probabilmente per ragioni speculative, come sempre quando ci sono di mezzo le banche. La garanzia che viene offerta dal fondo copre solo il 50% del capitale (esclusi gli interessi) e non può superare i 75 mila euro, applicata a mutui di importo massimo da 200 mila euro: tutte cifre che non sono in grado di stimolare le banche a erogare queste somme. Perché rispetto alla porzione di prestito residua e non garantita dal fondo (cioè ai massimo 125 mila euro di capitale, più interessi complessivi sulla somma erogata che non contemplano la garanzia del fondo) le giovani coppie richiedenti non possono fornire alcuna garanzia. E le banche non  si fidano. Non rasserena gli istituti di credito nemmeno il requisito di accesso connesso al reddito ISEE secondo cui il beneficio di acceso al fondo è garantito per i  soggetti che abbiano un reddito inferiore ai 35 mila euro. Troppo poco per le banche, che temono di non rientrare di quanto erogano.

Un altro dato che emerge dallo studio di Consap è che il reddito evidenziato dalla maggior parte delle famiglie che hanno presentato la domanda è di molto inferiore al limite massimo fissato dalla legge: questo significa che il Fondo ha funzionato poco e che ha funzionato pure male: probabilmente sono state agevolate coppie che possedevano il reddito più vicino  alla soglia massima prevista (in modo da garantire le banche) lasciando fuori (o garantendo accessi solo formali) dal fondo quelle che avevano i redditi più bassi che però erano quelle che avevano più bisogno di essere sorrette dal fondo. La prospettiva è che per il 2013 la soglia massima di reddito Isee sia innalzata a 40 mila euro, rischiando di aumentare ancora l'effetto sperequativo del fondo. Sarebbe meglio invece, dicono gli esperti, abbassare la soglia incrementando le garanzie offerte dal fondo oltre la copertura massima dei 75 mila euro attualmente prevista.

di Franco Canevesio

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.

All'inizio negli anni '90 si è occupato di cronaca su La Repubblica lavorando al contempo come giornalista in alcune televisioni libere liguri. A Milano è stato redattore capo di Italia-iNvest.com, primo sito italiano specializzato in economia. Ha lavorato al sito “Lettera finanziaria” di Giuseppe Turani. Sulla carta stampata ha lavorato con Affari & Finanza ed è stato caporedattore di Finanza e Mercati. Attualmente lavora a MF-Milano Finanza.

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