Stipendio del mutuatario è il primo valore considerato
12 dic 2012 | 2 min di lettura | Pubblicato da Valerio M.

I dati del batometro Crif sui mutui, e sul credito in generale, sono impietosi in riferimento a questo 2012, e su questi spazi ve ne abbiamo già riferito: la domanda sui mutui ipotecari è crollata del 40% da ottobre del 2011 a quello di quest’anno, e in generale, la somma totale dei contratti sottoscritti è in contrazione di oltre il 15%. Ma seppur in crisi, il segmento ha ancora le sue sacche di dinamicità e di piccola crescita. Un dato che desta sicuramente curiosità, riferito al terzo trimestre 2012, è l’aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima dei mutui concessi agli over 55, che hanno fatto registrare un notevole +1,8%.
Secondo il Crif, questo dato apre ad una analisi dai risvolti molto semplici. Si possono andare a cercare le cause più disparate nel germogliare della crisi del settore, ma la verità resta una e indiscutibile: il reddito del mutuatario rimane la prima discriminante in questo sgangherato mercato. Infatti, per coloro che richiedono un mutuo e hanno reddito sopra i 1500 euro, il dato è in crescita del 2,5% sul totale dei contratti sottoscritti e, soprattutto, delle somme erogate. Sotto quella soglia invece, la flessione sul credito erogato per l’acquisto di un’abitazione si avvicina addirittura al 15%.
Tutto questo, spiega il Crif come conseguenza, è il risultato di un calo medio dei redditi da parte delle famiglie italiane, che oltre a far diminuire sensibilmente la domanda, fa sì che istituti di credito e finanziarie siano ancora più cauti nella concessione dei finanziamenti. Altro dato che fotografa bene l’andamento del mercato, è l’importo medio dei mutui erogati. Oggi, secondo i rilievi del Crif, difficilmente la banca si impegna per coprire somme maggiori al 65% del valore dell’immobile. Solo un anno fa invece un mutuo su tre copriva anche fino all’80%.
di Valerio Mingarelli
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