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Mutui: rate in calo dopo il taglio dei tassi della Bce

14 mar 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Casa chiavi mutuo

In linea con quanto atteso dai mercati finanziari, la Banca Centrale Europea ha confermato, nel corso della riunione di politica monetaria del 6 marzo, un nuovo taglio dei tassi di interesse di riferimento (di 25 punti base, dal 2.75% al 2.50%). Per gli italiani che hanno comprato casa facendo ricorso a un mutuo si tratta di una buona notizia. Ecco perché secondo l’analisi di Mutui.it e Facile.it.

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Rata del mutuo in calo

Secondo le simulazioni realizzate da Facile.it e Mutui.it su un mutuo da 126.000 euro in 25 anni, LTV 70%, Tan iniziale 0,67% (Euribor 3m+1,25%) sottoscritto a gennaio 2022, con questo taglio il risparmio delle famiglie italiane si aggirerebbe intorno ai 17 euro circa mensili dato che la rata passa dagli attuali 650 euro a 633 euro. L’ importo resta tuttavia di gran lunga ancora superiore a quello di Gennaio 2022 quando con un Tan dello 0,67% la rata era di 456 euro. La prima impennata della rata era stata registrata a Gennaio 2023: con un Tan del 3,33% la rata aveva toccato i 619 euro fino ad arrivare a Gennaio del 2024 a 748 euro con un Tan del 5,16%. 

Le previsioni per i prossimi mesi

Per i prossimi mesi resta molta incertezza le mosse della Bce. Guardando all’andamento dei Futures sugli Euribor (aggiornati al 26 febbraio 2025) emerge che gli indici potrebbero continuare scendere gradualmente raggiungendo il punto più basso entro la fine dell’anno, per poi stabilizzarsi.

Dati alla mano, l’Euribor a 3 mesi dovrebbe arrivare a 2,16% a giugno per poi scendere al di sotto del 2% entro la fine dell’anno: se queste previsioni fossero corrette, la rata del mutuo standard preso in esame arriverebbe, entro dicembre 2025, a 611 euro, con un risparmio di circa 40 euro rispetto, per poi fermarsi.  

Dopo il taglio dei tassi avvenuto il 6 marzo, ampiamente previsto, sono tuttavia in molti a scommettere che questa potrebbe essere una delle ultime sforbiciate al costo del denaro. 

Si riduce il gap tasso fisso o variabile

Molti risparmiatori, alle prese con l’acquisto della casa, si stanno chiedendo se sottoscrivere un mutuo a tasso fisso o variabile. Sul fronte dei tassi fissi, l’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un aumento dell’IRS, l’indice di riferimento per questo tipo di offerta, che sta risentendo dell’aumento dei rendimenti dei titoli di stato europei, sulla scia di quelli americani. La buona notizia, però, è che l’aumento dell’IRS si è trasmesso solo parzialmente sui tassi proposti alla clientela perché molti istituti di credito hanno deciso di assorbire parte di questi rincari riducendo gli spread applicati ai mutui fissi e mantenendo così l’offerta su livelli competitivi.

I variabili, invece, pur continuando nella loro corsa al ribasso rimangono ancora più costosi rispetto ai fissi.

Secondo le simulazioni di Facile.it e Mutui.it, guardando alle migliori offerte a tasso fisso disponibili online per un mutuo standard, i TAN partono dal 2,54%, con una rata pari a 568 euro.  Per i variabili, invece, le migliori offerte partono da un TAN pari al 3,30%, con una rata iniziale di 617 euro.

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