Mutui: nuova stretta in vista con la direttiva Ue per le case “green”
21 mar 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Possibile stretta per l'erogazione di nuovi finanziamenti
La nuova direttiva europea per l’efficientamento energetico degli immobili - “Epbd” (Energy performance of buildings directive) - potrebbe avere un impatto anche sui finanziamenti per l’acquisto e per la ristrutturazione, causando di fatto una stretta per i mutui destinati ad acquistare o a riqualificare le case in classe energetica più alta.
In pratica, nonostante l’obiettivo finale del provvedimento sia quello di incrementare gli edifici con una classe energetica elevata, per assurdo, il primo impatto della sua applicazione potrebbe essere quello opposto di ridurre i finanziamenti nei confronti dei proprietari delle case meno efficienti.
A formulare la previsione è l’Abi, l’associazione delle banche italiane, che ha sollevato una serie di punti critici che caratterizzano il testo del provvedimento attuale. Li ha illustrati il direttore generale, Giovanni Sabatini, giovedì 16 in audizione presso la commissione Politiche dell’Unione europea della Camera.
I punti critici della direttiva Ue
I “guai” iniziano proprio dall’articolo 1 della direttiva che definisce le “norme sul portafoglio ipotecario”, ossia quei meccanismi che richiedono a chi presta mutui ipotecari (come, per l’appunto, le banche) “di aumentare la prestazione energetica mediana del portafoglio di edifici coperti dai loro mutui ipotecari”. Detto in termini più semplici: le banche che erogano i mutui hanno l’obbligo di migliorare l’efficienza di questi immobili, anche se non sono di loro proprietà ma coperti da una loro ipoteca.
Secondo l’associazione, in virtù di tale norma “le banche sarebbero necessariamente obbligate – nell’impossibilità di migliorare la qualità degli immobili già assunti in garanzia - a orientare le proprie scelte di finanziamento verso immobili che hanno migliori performance energetiche, riducendo le possibilità di accesso al credito per l’acquisto/riqualificazione degli immobili di minore qualità”.
Per molti proprietari l’efficientamento resta off limits
In sintesi, le case meno efficienti vedrebbero ridursi gli spazi di finanziamento invece di allargarsi. Ma non è l’unico problema che si profila all’orizzonte. Secondo l’Abi gli obiettivi di riqualificazione (classe E entro il 2030 e D entro il 2033) sono “difficilmente raggiungibili nei tempi previsti” proprio perché molti proprietari difficilmente potranno sostenerne l’onore economico.
“Le banche - dice ancora Sabatini - potrebbero avere difficoltà a erogare finanziamenti ipotecari a soggetti con più basso merito creditizio, posto che il processo di finanziamento deve basarsi necessariamente su una solida valutazione del merito di credito, ai sensi di quanto è previsto dalla disciplina di vigilanza bancaria, nonché dalla direttiva sul credito immobiliare ai consumatori, per evitare fenomeni di sovra indebitamento”.
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