Mutui, il tasso fisso diventa più salato

Il variabile torna ad essere un'alternativa
Pubblicato il 13 June 2022
Dopo anni di ribassi, continua a ritmo incalzante la crescita dei tassi fissi per i mutui prima casa. L’Eurirs a 20 anni è passato dallo 0,60 del 4 gennaio 2022 all'1,97 del 9 maggio 2022, mentre - nello stesso periodo - il tasso fisso al cliente (miglior Teag) è salito dall'1,21% al 2,12%. Per chi ha già sottoscritto il mutuo a tasso fisso non cambia nulla, ma per chi deve ancora sottoscriverlo, la differenza inizia a farsi sentire sulle tasche.
Quanto valgono gli aumenti
Traducendo la percentuale in valori assoluti, è chiaro che il peso sia maggiore per importi più cospicui. Ma bastano alcuni esempi e alcune stime per capire quanto l'aumento dei tassi sia significativo.
Secondo il Codacons, il costo complessivo di un mutuo da 100mila euro sottoscritto oggi per l'acquisto di una casa a Roma, comprata da un 35enne con contratto a tempo indeterminato, avrebbe un aggravio di 17mila euro rispetto a inizio anno. Vuol dire circa 50 euro mensili in più sulla singola rata.
Le cifre sono in linea con le stime di Facile.it: prendendo in considerazione un mutuo a tasso fisso di 126mila euro da restituire in 25 anni, a gennaio 2022 la rata mensile disponibile col miglior Taeg era di 483 euro. A maggio era di 528 euro: 45 euro in più al mese, vale a dire 13.500 euro di interessi in più lungo tutta la durata del finanziamento.
Effetti diretti e indiretti
I mutui a tasso fisso più salati hanno un effetto diretto (un aumento dei costi) ma anche uno secondario: tende a spingere i potenziali sottoscrittori verso il tasso variabile, che negli ultimi mesi è tornato a rappresentare un'alternativa apprezzabile.
Tra gennaio e maggio, infatti, l’Euribor a tre mesi è passato da -0,57 a -0,40 e i tassi proposti al potenziale mutuatario hanno avuto solo un ritocco minimo: da 0,72% a 0,75%. C'è quindi, anche qui, un incremento, ma molto più blando.
Considerando sempre un mutuo da 126mila euro lungo 25 anni, la rata di maggio sarebbe stata di 456 euro, invariata rispetto a inizio anno, anche grazie alla forte concorrenza tra gli istituti di credito. Occhi puntati, però, sugli effetti delle mosse della Bce: l'aumento dei tassi di riferimento, previsto nei prossimi mesi, potrebbe comportare pesanti aggravi futuri.
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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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