Aumenta il ricorso al credito, ma si riducono importi e rate mensili
7 apr 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Migliorata la sostenibilità finanziaria delle famiglie
Pubblicato il 7 April 2022
Nonostante la tradizionale cautela degli italiani nel ricorrere al credito per finanziare i propri consumi o l’acquisto della casa, nel 2021 è cresciuta del 5,4% rispetto all’anno precedentela quota dei cittadini che risultano avere un mutuo o un prestito in corso, fino ad arrivare al 44,5% del totale. Un trend iniziato nel 2016 e consolidatosi negli ultimi due anni di pandemia, caratterizzati da condizioni di accesso al credito particolarmente favorevoli.
A confermare queste tendenze è la Mappa del Credito, lo studio realizzato da Mister Credit partendo dall’analisi dei dati disponibili in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif.
Crescono i prestiti finalizzati e cala l’importo delle rate
Nonostante l’aumento del ricorso al credito, nel corso dello scorso anno è migliorata la sostenibilità finanziaria delle famiglie italiane: il rischio di credito ha visto il tasso di default 90 past due (che misura quanti debitori sul totale hanno un debito scaduto da oltre 90 giorni) è calato fino ad attestarsi all’1,2%, il livello più basso degli ultimi anni. A questo risultato hanno contribuito i tassi di interessi confermati dalla Bce ai minimi storici e le moratorie attivate per contenere gli impatti della pandemia.
A incidere sulla sostenibilità del debito è stata però anche la diversa composizione degli impegni delle famiglie rispetto al passato: la quota di mutui immobiliari è leggermente diminuita (al 20,8% vs il 22,8% del 2016) così come è calata l’incidenza dei prestiti personali (scesi al 28,4% del totale) a fronte della crescita del peso dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che nell’ultima rilevazione sono arrivati a rappresentare il 50,7% del totale.
Alla luce di questo, la rata media mensile rimborsata a livello pro-capite è scesa ancora fino a 315 euro (in calo del 2,8% rispetto al 2020) mentre l’importo residuo da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso si è attestato a 32.191 euro, in lieve flessione rispetto al 2020, malgrado il peso ancora rilevante dei mutui ipotecari che continuano ad avere un’incidenza significativa nel portafoglio delle famiglie italiane.
La classifica nazionale: le rate più alte in Trentino, Lombardia e Veneto
L’incremento nel ricorso al credito non è stato però omogeneo, ma riflette diverse situazioni influenzate dal valore medio dei redditi familiari e dai costi da sostenere per acquistare la prima casa.
Nel 2021 a guidare la classifica nazionale delle regioni con il maggior numero di titolari di un finanziamento è la Valle d’Aosta con il 55,8%, seguita a debita distanza dalla Toscana, con il 50,5%,e dal Lazio, con il 49,4%.
All’estremo opposto della graduatoria, invece, si posiziona il Trentino-Alto Adige, con solo il 25,8% degli abitanti che hanno fatto ricorso al credito. Al di sotto del 40% si collocano anche Calabria, Campania, Molise e Basilicata.
Le regioni in cui i cittadini sostengono mensilmente la rata media pro-capite più elevata sono Trentino-Alto Adige (378 euro), Lombardia (360), e Veneto (354). Seguono Emilia-Romagna (338) e Friuli-Venezia Giulia ( 329). In tutte queste regioni si rileva un’elevata incidenza dei mutui, caratterizzati da un importo da rimborsare più elevato rispetto alle altre forme tecniche. Inoltre, il valore degli immobili in queste aree del Paese risulta più consistente. Al Sud e nelle isole, invece, si registrano rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria (262 euro), in Sardegna (263) e in Molise (277).
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