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Bce, tassi d'interesse invariati: i mutui reagiscono bene

6 nov 2025 | 5 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

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La Bce ha confermato nella riunione del 30 ottobre i tassi di interesse: il tasso sui depositi è rimasto al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e quello sui prestiti marginali al 2,40%. Che impatto ha (e avrà) la mossa della Bce sul mercato dei mutui, soprattutto dei mutui prima casa? Le risposte arrivano dall'analisi della situazione attuale e delle possibili prospettive future legate, come sempre, anche all'andamento di altri fattori, primi fra tutti il pil e l'inflazione.

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Bce, tassi invariati

"Il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE, - si legge nella nota della Banca centrale - L’inflazione resta prossima all’obiettivo del 2% a medio termine e la valutazione delle prospettive di inflazione condotta dal Consiglio direttivo si conferma pressoché invariata. L’economia ha continuato a crescere malgrado il difficile contesto mondiale. Il vigore del mercato del lavoro, la solidità dei bilanci del settore privato e le passate riduzioni dei tassi di interesse decise dal Consiglio direttivo rimangono fattori importanti alla base della capacità di tenuta dell’economia. Tuttavia le prospettive sono ancora incerte, soprattutto a causa delle attuali controversie commerciali e tensioni geopolitiche a livello mondiale.

Inflazione stabilizzata al 2% e navigazione a vista

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, il Consiglio seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi a esse associati, considerati i nuovi dati economici e finanziari, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".

Le conseguenze sul mercato dei mutui

"Per quanto riguarda il mercato dei mutui - spiega Fabio Femiani, responsabile mutui di Idealista.it - i tassi attuali restano relativamente contenuti se paragonati ai picchi del 2023 e della prima parte del 2024. Sono sostenuti dalla qualità dei portafogli crediti iscritti negli attivi bancari degli ultimi anni e dalla forte concorrenza tra gli istituti. Oggi è possibile ottenere un mutuo a tasso fisso al di sotto del 3% in caso di acquisto immobile green, mentre i tassi variabili, per la stessa tipologia di finanziamento, risultano addirittura più convenienti, collocandosi nell’intorno del 2,5%, grazie all’allentamento delle politiche monetarie dei mesi scorsi. Si tratta di un contesto favorevole per chi sta cercando un mutuo, sia per l’acquisto della casa sia per surrogare quello già in essere presso un’altra banca".

Le prospettive per i prossimi mesi

"Guardando avanti - conclude Femiani - ci aspettiamo un mercato ancora selettivo, ma più dinamico: se la BCE dovesse effettivamente procedere con un ulteriore taglio dei tassi nel 2026, potremmo vedere un rilancio graduale della domanda di mutui e un ritorno dell’interesse per i tassi variabili, oggi tornati su livelli più sostenibili. In sintesi, il momento non è ancora “euforico”, ma decisamente migliore rispetto a un anno fa: chi valuta un nuovo mutuo o una rinegoziazione può trovare oggi un equilibrio tra stabilità e costo del denaro che sembrava impensabile solo dodici mesi fa".

Codacons, quanto costano i mutui

"Il mancato taglio dei tassi di interesse rappresenta una notizia negativa per milioni di famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile, - afferma il Codacons - Si tratta del quarto mancato calo consecutivo, dopo il trend di ribassi avviato a giugno 2024: una decisione quella della Bce che arriva proprio quando in Italia si assiste ad un rialzo dei tassi sui finanziamenti praticati alle famiglie. I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie sono passati dal 3,50% dello scorso gennaio al 3,67% di agosto (dati Bankitalia), con un incremento del +0,17% da inizio 2025, pari ad un maggior esborso da +180 euro all’anno su un mutuo da 150mila euro a 30 anni. Il mancato taglio da parte della Bce potrebbe influire negativamente sull’andamento del mercato, e accelerare la crescita dei tassi con conseguenze dirette sulle tasche di milioni di italiani".

Tassi invariati, la Bce ha fiducia nella sua manovra

"Il mantenimento dei tassi di interesse da parte della Bce segnala fiducia nell'efficacia della propria politica". Lo sottolinea Irene Lauro, Eurozone Economist di Schroders. "La crescita del Pil - dice Lauro - è migliorata allo 0,2% nel terzo trimestre e i dati PMI di ottobre indicano un momentum più forte per l'ultimo trimestre, in linea con la nostra previsione secondo cui la crescita dell'Eurozona sta finalmente guadagnando slancio. L'incertezza politica in Francia potrebbe pesare sull'economia del Paese, ma altrove le prospettive stanno migliorando e suggeriscono che la politica monetaria sta avendo un effetto sull'economia reale. Il forte rimbalzo dell'attività nel settore dei servizi indica che i consumatori stanno spendendo di più, mentre anche il settore manifatturiero è destinato a registrare una ripresa, sostenuto dai maggiori stimoli fiscali tedeschi grazie all'aumento degli ordini nel settore della difesa. Restiamo fiduciosi che la crescita si rafforzerà nel corso del prossimo anno, a sostegno della decisione della Bce di mantenere i tassi invariati fino al 2026. Tuttavia, se l'inflazione dovesse risultare inferiore alle attuali proiezioni, la Bce potrebbe seguire l'approccio di gestione del rischio della Fed e procedere a un taglio preventivo dei tassi. Per ora, le prospettive per l'eurozona sono cambiate in positivo, un cambiamento gradito dopo mesi di stagnazione".

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