Mutui, più complicati fra tasse sulla casa e la sorpresa Imu
Pubblicato il 18 January 2012
Comprare una nuova casa non è mai stato agevole in Italia. Adesso, con la nuova riforma sul federalismo fiscale, acquistare un immobile magari sottoscrivendo un mutuo ha qualche ostacolo in più – o qualche ostacolo nuovo – che si presenta sotto forma di tassa. Si tratta dell'Imu, l’Imposta municipale unica, varata dal governo Monti per sostituire Irpef e Ici. Una nuova imposta che colpisce sia i proprietari di immobili residenziali che commerciali.
Per quanto concerne la prima casa, l'imposta può essere ridotta di 200 euro maggiorati di 50 euro per ogni figlio che non abbia ancora compiuto i 26 anni e che quindi sia ancora considerato componente il nucleo famigliare: ogni Comune è libero di deliberare comunque una riduzione dell'imposta fino allo 0,4%. L’Imu, e questa è una sorpresa, è destinato a generare l'incremento di circa dieci milioni di euro del Fondo solidarietà gestito da Consap per mutui prima casa sia per il 2012 che per il 2013.
L'entrata in vigore dell'Imu ha tolto di mezzo l’Ici, l’Imposta comunale sugli immobili, introdotta nel '92 e poi abolita per la prima casa mentre resta in uso l'imposta di registro applicata al contratto di locazione. Acquistando l'immobile da un privato, la registrazione del contratto all’Ufficio del Registro costringe al pagamento di tasse e bolli per un importo pari al 3% del valore catastale (se è prima casa si ha diritto alle debite agevolazioni) o al 7 % senza agevolazioni. Se la casa viene acquistata da un'impresa l’imposta è fissa a 168 euro. Soppressa (nel 2002) anche l'Invim, la tassa sull’incremento del valore dell’immobile; resta intatta, invece, l’Imposta di registro che si paga allo Stato quando si acquista un immobile proporzionalmente al suo valore secondo alcuni coefficienti che vengono stabiliti dallo Stato e con aliquote variabili se la casa viene acquistata da un'impresa o da un privato, e se si tratta di prima o seconda casa.
L’Imposta ipotecaria e catastale si paga allo Stato dopo aver effettuato volture catastali, trascrizioni, iscrizioni o variazioni in pubblici registri immobiliari e anche qui proporzionalmente in base ad aliquote che sono stabilite dallo Stato. Acquistando l'immobile da un privato, le due imposte, ipotecaria e catastale, richiedono un esborso di 168 euro, comprese eventuali agevolazioni per la prima casa. Senza agevolazioni l’imposta ipotecaria è il 2% del valore catastale, l'imposta di registro è il 7%. Infine c'è l’Iva che si paga allo Stato acquistando un immobile da un'impresa: le aliquote variano a seconda che l'acquisto avvenga come prima o come seconda casa.
di Franco Canevesio
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Il profilo dell'autore
Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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