Previsioni immobiliari: prezzi al mq in lieve aumento nel 2025
5 mar 2025 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Nonostante l’incertezza circa l’andamento del costo della vita, il taglio dei tassi e il prolungamento fino al 2027 dei mutui prima casa per i giovani, garantiti dal Fondo Consap dovrebbero sostenere la domanda di abitazioni: i potenziali acquirenti potrebbero però trovarsi di fronte a un lieve incremento dei prezzi al mq, soprattutto nelle grandi città. Ecco di quanto potrebbero aumentare secondo l’ultima analisi realizzata a livello nazionale dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa.
Compravendite stabili rispetto al 2024
Nonostante i potenziali acquirenti stiano guardando al mercato con più ottimismo rispetto allo scorso anno, secondo Fabiana Megliola, responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, le compravendite non dovrebbero discostarsi molto dai volumi del 2024. “Salvo improvvisi e inattesi eventi, l’anno dovrebbe chiudersi intorno ai 710-720 mila scambi. Sarà importante capire come evolverà l’economia per la quale si prevede una crescita non ancora robusta, che trend avrà l’inflazione e in che direzione andrà la fiducia di imprese e consumatori”.
Prezzi in aumento con picchi a Firenze e a Milano
Per quanto riguarda i prezzi, l’Ufficio Studi prevede ancora un leggero incremento medio per il 2025 nelle grandi città: l’incremento previsto è tra lo 0 e il 2% a Roma, Torino, Verona, Bari e Bologna. A Firenze e a Milano gli aumenti, tuttavia, potranno essere persino maggiori e oscillare tra il 2 e il 4%.
Nel corso dell’anno le abitazioni che non risponderanno ai criteri di qualità richiesti dai potenziali acquirenti potranno subire delle riduzioni di valore, in particolare se necessitano di importanti lavori di riqualificazione. Al contrario, potrebbero verificarsi rialzi per le tipologie signorili, di nuova costruzione, in buono o ottimo stato, efficienti dal punto di vista energetico e inserite in contesti serviti.
Come si legge nell’analisi, “a contribuire alla tenuta dei valori è anche la bassa offerta che si sta sperimentando dopo la corsa all’acquisto degli ultimi anni. Il gap tra le richieste dei proprietari e la diminuita disponibilità di spesa, in particolare in alcune metropoli, potrebbe portare a un allungamento dei tempi di vendita”.
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