Mutui a rata costante e durata variabile: perché non piacciono e sono rari
28 ott 2011 | 2 min di lettura | Pubblicato da Valerio M.

Mutui a rata costante e durata variabile: sempre di meno e poco graditi, tanto che negli ultimi tre anni il loro calo sia aggira quasi intorno al 20%. Ma di cosa si tratta nello specifico?Il mutuo a rata costante è sempre un prodotto di finanziamento ipotecario a tasso variabile, che non vede variare l’importo della rata al variare del tasso Euribor a 3 mesi, vale a dire il “barometro” del costo del denaro in Europa fissato dalla Bce sulla basse dei tassi interbancari dei colossi creditizi del Vecchio continente. Allora perché sono sempre mutui a tasso variabile? Semplice: per questi finanziamenti, ciò che può contrarsi o allungarsi è la durata. Per queste ragioni sono sempre stati mutui destinati a una clientela di nicchia, cioè a coloro che guardano con attenzione all’andamento dei mercati.
Il fatto che questo segmento sia sempre disponibile sul mercato nostrano ha una ragione prioritaria, e una recente analisi dell’Ufficio Studi de “Il Sole24ore” lo ha evidenziato. La rata costante è sempre meno presente nelle offerte delle banche perché poco richiesta: nella percezione dei mutuatari gli spread del comparto sono troppo elevati, e spesso c’è come la sensazione che la convenienza di questi prodotti, che ambiscono a unire le caratteristiche “buone” del tasso variabile alle modalità di pagamento del tasso fisso, sia scarsa. O meglio: la convenienza c’è soltanto in quelle fasi in cui le previsioni circa i tassi siano in netto ribasso.
Di offerte ancora se ne trovano da parte delle banche italiane, ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare: visti i tempi di crisi che viviamo, con le famiglie che si trovano alle prese con redditi sempre più “aleatori”, avere una rata costante col rischio però che la durata del mutuo si allunghi addirittura di anni, è una cosa che non piace più. Così, come spiega l’analisi, oggi si fa una scelta netta da subito: se non si vuol rischiare si va per il tasso fisso (segmento infatti in aumento), oppure si sceglie un variabile non “spurio”. Un peccato, perché nei suoi intenti, il mutuo a rata costante è nato per essere conveniente.
di Valerio Mingarelli
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