In ripresa il mercato dei mutui prima casa
5 nov 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Cresce il numero delle interrogazioni
Pubblicato il 5 November 2024
Si mostra in ripresa, in Italia, la domanda di mutui delle famiglie, anche mutui prima casa. Dopo un prolungato periodo di contrazione legato alla stretta monetaria della Bce, il settore è tornato a crescere, sebbene a ritmi contenuti: secondo il Barometro Crif del mese di settembre, nei primi 9 mesi dell’anno la domanda di mutui spinge il numero delle interrogazioni a un +7,2%: guardandoal al solo mese di settembre, la domanda arriva a sfiorare il +19%.
Tassi, in Italia scesi più che in Ue
Guardando ai tassi di mercato, l'Abi, l'Associazione bancaria italiana sottolinea come in Italia i tassi siano diminuiti di più rispetto ai tassi ufficiali stabiliti dalla Bce. Secondo il vicedirettore vicario dell'Abi, Gianfranco Torriero, i tassi dei prestiti bancari in Italia hanno iniziato a moderarsi dall'ottobre del 2023 anticipando le mosse della Bce che ha iniziato a ridurre i valori di riferimento dal giugno di quest'anno.
“Nelle settimane più recenti questa tendenza si è rafforzata", conferma Torriero il quale spiega che sui nuovi mutui i tassi bancari sono scesi di 117 punti base, da quando hanno iniziato a moderarsi, mentre sui prestiti alle imprese sono scesi di 63 punti base.
Italia, crescita molto contenuta
Per l'Italia, sottolinea l'Abi, “le attese di crescita economica sono sicuramente su livelli molto, molto contenuti", a valori che si registravano prima della fase del covid: dopo questa fase, aggiunge Toriero, soprattutto nel 2021, l'Italia ha registrato una ripresa superiore alla media europea anche se, più di recente, "la tendenza è in rallentamento". Un elemento alla base della debolezza economica in Italia, secondo gli esperti, è rappresentanto dalle difficoltà del manifatturiero che ha registrato il 19° mese consecutivo di contrazione per quanto riguarda la produzione industriale.
Prospettive incerte (e rischiose)
Sulle prospettive, sempre secondo l'Abi, pesano alcuni fattori di rischio: il primo, e principale, è quello dei rischi geopolitici, seguiti da quelli dovuti al crescente protezionismo commerciale e poi i rischi climatici e quelli collegati alle questioni demografiche.
Pericolo crediti deteriorati
In Italia è, invece, positiva la dinamica (contenuta) dell'inflazione, inferiore alla media dell'area euro: altro elemento positivo è che, nonostante la crescita a rilento, l'Abi attende che i crediti deteriorati netti delle banche salgano solo “moderatamente”, mantenendosi a livelli storicamente contenuti e al di sotto del 2% da qui al 2026.
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