Tra fisso e variabile, io scelgo il tasso misto
16 mag 2013 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Il 2012, l'abbiamo visto, è stato l'annus horribilis dei mutui in Italia, la cui richiesta secondo il Crif è crollata del 50% con drammatiche conseguenze anche per il mercato immobiliare. Eppure, nonostante tutto, l'anno scorso (e anche i primi mesi del 2013) sono stati caratterizzati da migliaia di erogazioni del credito per la casa: un una buona notizia, in fondo, che porta a sperare che il settore possa vivere al più presto forti incrementi.
Detto questo, poniamoci il problema: qual è oggi la scelta migliore da fare in tema mutuo? Meglio un tasso fisso o uno variabile? Oggi più che mai hanno ragione i latini che dicevano: in medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo. La volatilità dei mercati sempre in agguato, l'eterna presenza di un contesto generale europeo che, navigando a vista, ha sempre più necessità di riforme strutturali (anche per i prossimi anni) destinate soprattutto al consolidamento dei bilanci dei paesi in difficoltà, Italia inclusa, sono avvisaglie che la scelta giusta per il tasso del mutuo è a metà strada tra fisso e variabile. Guardando a ciò che è attualmente il mercato, la scelta migliore è il mutuo a tasso misto: basta avere un tasso d'ingresso variabile e indicizzato all'euribor e basta che sia possibile rinegoziarlo con tempistiche brevi.
L'euribor infatti, rappresenta la media dei tassi d'interesse ed è adottato da quaranta banche europee (che si fanno credito tra loro): è ancora ai minimi storici, sotto al tasso principale di rifinanziamento Bce, attualmente allo 0,5%. Visto che gli spread applicati dagli istituti di credito su questi prodotti sono più bassi, in media, rispetto agli altri, è facile capire come, se l'ammortamento inizia con questo tasso, la rata mensile sarà più bassa. Inizialmente dunque si paga meno poi, durante gli anni, subentra l'utilità di esercitare un'opzione di cambio tasso, dal momento che l'euribor non può che aumentare - come indicano gli operatori sui future legati all'indice, quotati sul mercato Liffe di Londra - e allora ecco copiosi rincari sulla rata mensile da corrispondere. Un esempio di mutuo di questi tipo, che consente di avere un tasso d'ingresso variabile e rivedibile ogni due anni, è quello di alcune banche che applicano lo spread in linea con le opportunità migliori attualmente disponibili, al 2,85%. Con un importo da 140 mila euro con loan to value al 70%, la rata mensile costerebbe 680 euro al mese con taeg del 3,33%.
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