Affitti brevi, in arrivo nuove regole: ecco cosa cambia

Escluse solo due tipologie di locatori

Escluse solo due tipologie di locatori

Pubblicato il 13 January 2023

Anche in Italia le piattaforme per gli affitti brevi dovranno “collaborare” con il Fisco. Dovranno, in sostanza, riscuotere la cedolare secca dai locatori e versarla nelle casse dello Stato.

Sembra quindi segnata la strada verso l'introduzione di nuovi obblighi, a partire dal primo gennaio 2023, per società come AirBnB e Booking.

Il lungo percorso della norma

Dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in coda a una vertenza che va avanti dal 2017, sembra ormai a un passo il recepimento della direttiva “Dac 7”. Il percorso è stato lungo. E manca ancora il parere del Consiglio di Stato. Ma il più sembra fatto.

Le piattaforme dovranno comunicare i redditi percepiti dagli host, il numero dei giorni di locazione, la tipologia dell'immobile dato in affitto, eventuali imposte e trattenute del gestore. In breve: molte più informazioni di quelle comunicate oggi, in modo da incoraggiare la trasparenza e limitare l'evasione fiscale, che finiva con il creare disuguaglianza con le strutture ricettive professionali. 

Le eccezioni: grandi e piccoli

Gli obblighi non dovrebbero riguardare gli operatori che – tramite la piattaforma – hanno concluso oltre 2.000 locazioni l'anno e quelli che ne hanno effettuate meno di trenta, per un corrispettivo inferiore ai 2.000 euro.

Si tratta di eccezioni pensate per evitare di penalizzare due tipologie di locatori: quelli professionali, come gli alberghi, che sono già gravati da altre imposte, e quelli molto piccoli, che quindi non fanno emergere particolari rischi di evasione.

Le città e le regioni con più annunci

Se confermate, le norme riguarderebbero migliaia di locatori, soprattutto quelli che hanno deciso di trasformare l'immobile in una fonte di reddito o utilizzano gli affitti brevi per ripagare i costi del mutuo.

Bastano pochi dati per comprendere l'ampiezza del fenomeno. Secondo Confcommercio, il Comune italiano con più alloggi disponibili su Airbnb è Roma, con 23.899 annunci, seguito da Milano (18.416), Firenze (10.576), Venezia (7.677), Napoli (7.313) e Palermo (5.561). La Regione con più è la Toscana, con 59.058 annunci, seguita da Sicilia (56.099), Lombardia (44.460) e Puglia (41.573).

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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