L'Abi proroga la moratoria sui mutui

Pubblicato il 27 December 2010
L' Abi proroga di sei mesi la moratoria sui mutui. La scadenza era fissata per il prossimo 31 gennaio 2011 e quello della scadenza improrogabile dei mutui alle piccole e medie imprese sembrava essere il primo “regalo” dell'anno nuovo all'industria nostrana.
Poi è arrivata l'Abi e ora pare che l'inizio del 2011 possa godere di un soft landing almeno dal punto di vista delle piccole e medie imprese. L'annuncio arriva da Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi, secondo cui quella che potrebbe essere messa a punto dall'associazione bancaria italiana di concerto col ministro delle Finanze Giulio Tremonti non sarà una vera proroga quanto piuttosto una ridefinizione delle misure adottate che verranno riviste alla luce delle esigenze delle imprese “che presentino difficoltà di liquidità ma abbiano prospettive di crescita”.
Queste aziende potranno godere di una “rimodulazione delle scadenze e degli impegni sia per quanto concerne il capitale che le garanzie”. A questo punto l'obiettivo delle autorità è quello di perfezionare il nuovo accordo entro il 31 gennaio, cioè prima che scada il termine. L'Abi intende prorogare di almeno sei mesi anche il piano che riguarda le famiglie in difficoltà, in modo da sospendere il pagamento delle rate del mutuo chiedendo alle banche che fanno parte dell'associazione di non applicare commissioni a coloro che vanno occasionalmente in rosso per importi di lieve entità: l'esempio tipico è l'incongruenza che si può verificare tra pagamento di una bolletta e accredito dello stipendio. Una decisione, quella di sospendere le rate per i clienti in difficoltà, che secondo il presidente Mussari risponde a un'esigenza, quella “di stare vicino alle famiglie del nostro Paese le quali comunque vantano una qualità del credito alta”.
In Italia infatti la rata disponibile è pari al 16% del reddito: cioè se l'immobile vale 100 il credito è 65 mentre la media Ue è del 70%. “In prospettiva c'è il rischio che i tassi aumentino – dice Mussari – visto che i mutui a tasso variabile sono tantissimi: e questo è un rischio che il cliente deve comprendere bene“. Qualunque decisione venga presa secondo l'Abi non sarà un cartello – per cui ciascuna banca agirà discrezionalmente – e servirà “a rendere migliore la trasparenza e il rapporto coi clienti”. Anche se, mette in risalto Mussari, questo costerà qualcosa alle banche (circa 25 euro a operazione). Il quadro tracciato da Mussari corrisponde perfettamente a quello dipinto dal rapporto mensile dell'Abi secondo cui i finanziamenti bancari alle famiglie per acquistare abitazioni continuano a salire (a ottobre +8,2% che sale all'8,3% nel caso del mutuo prima casa) grazie a tassi di interesse bassi e a una volatilità dei mercati che rende il mattone sempre più bene rifugio. Anche i finanziamenti alle pmi aumentano (+0,5%, valore che raggiunge il +1,7% per le famiglie produttrici) mentre restano deboli i prestiti alle aziende più grandi (la domanda resta fiacca).
Dal punto di vista dei tassi d'interesse prevale il tasso fisso: questo ha determinato soprattutto a novembre l'incremento del tasso medio che le banche hanno applicato sui finanziamenti per l'acquisto di abitazioni, passato dal 2,7 al 2,8%. In rialzo, ma lieve, i tassi sulle nuove operazioni applicati a imprese e famiglie: a novembre 2010 il rincaro era del 2,75% (a ottobre era +2,57%) mentre quello sui prestiti per l'acquisto di case era pari al 2,8% (2,7% a ottobre 2010). In frenata invece il flusso di nuove sofferenze che, a ottobre 2010 erano pari a 43,9 miliardi, 1,3 miliardi di euro in più rispetto al mese di settembre e 10,5 miliardi in più su ottobre 2009 con una variazione annua del 31,4% contro il +65,2% della fine del 2009.
di Franco Canevesio
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Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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