Casa, come districarsi nel labirinto delle tasse
Pubblicato il 11 September 2014
La casa non è solo tra i beni più importanti per le famiglie italiane, ma è anche, forse, quello più gradito al fisco. Almeno a giudicare dalla complessità e dalla varietà delle imposte che vi gravano sopra.
In aggiunta all’Imu e alla Tasi, tra i prelievi più noti, e alle imposte che si pagano in fase di dichiarazione dei redditi, vanno aggiunte infatti tutte le imposte relative ai contratti di compravendita.
Per non evitare di incorrere in brutte sorprese, è possibile però fare riferimento alla nuova guida aggiornata su fisco e casa nei casi di acquisto e vendita pubblicata in pdf su Fiscoggi, la rivista telematica dell'Agenzia delle entrate.
Si parte con il primo step della fase di acquisto di un immobile: il contratto preliminare deve essere registrato entro venti giorni dalla sottoscrizione, periodo che può salire fino a trenta giorni se l’operazione viene eseguita da un notaio. Nel caso del compromesso l'imposta di registro è di 200 euro, indipendentemente dal prezzo negoziato, mentre l’imposta di bollo è pari a 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe.
Se il contratto preliminare prevede il pagamento di una somma, al fisco va versata l'imposta proporzionale di registro pari allo 0,50% sulle somme previste a titolo della caparra, che sale al 3% sulle somme previste a titolo di acconto sul prezzo di vendita. In entrambi i casi, i pagamenti effettuati sul preliminare vengono poi detratti dall’imposta dovuta per la registrazione del contratto definitivo.
Il fisco interviene anche nella trascrizione del preliminare nei registri immobiliari: in questa fase occorre pagare oltre all'intervento di un notaio e al pagamento dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo di 155 euro, anche il versamento dell'imposta ipotecaria di 200 euro e delle tasse ipotecarie di 35 euro.
Nella fase di vendita le imposte invece cambiano a seconda del fatto che il venditore sia un privato o un’impresa o se l’immobile acquistato costituisca la prima casa.
Se a vendere è un privato o un’impresa con atto di cessione esente da Iva, l'imposta di registro è pari al 9%, che scende però al 2% se si acquista la prima casa mentre le imposte ipotecaria e catastale sono entrambe di 50 euro.
Chi cede la prima casa ed entro un anno dalla vendita ne acquista un’altra (anche se non ultimata), destinata però ad essere anch'essa la prima casa, ha diritto a un credito d’imposta pari all’imposta di registro o all’Iva pagata per il primo acquisto agevolato.
Il Fisco accompagna l’immobile lungo tutta la sua vita: una volta entrati in possesso dell'abitazione occorre ricordare che ogni atto immobiliare deve essere registrato e trascritto nei registri immobiliari nonché nella banca dati catastale.
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Il profilo dell'autore
Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
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