Le banche contro i furbetti della surroga

Pubblicato il 16 September 2011
Le banche si fanno furbe e si schierano apertamente contro i furbetti del mutuo. Perché – diamo per una volta a Cesare quel che gli compete – se i mutuatari italiani hanno parecchie virtù, la principale delle quali è cercare di ottimizzare le risorse puntando sulla soluzione più competitiva tra costi e tassi, sobbarcandosi un debito che cercherà di pagare puntualmente ogni mese (anche a costo dei pasti principali), è pur vero che qualche vizio ce l'hanno.
Come quando esagera e abusa della surroga, meccanismo che consente di spostare il mutuo traslocandolo dalla vecchia banca a una nuova a costo zero inseguendo le offerte di mercato e i tassi più favorevoli. Secondo le statistiche, da quando nel 2007 il decreto Bersani ha, di fatto, azzerato le spese della surroga determinandone l'exploit, da quel momento è nato il surrogatore seriale, mutuatario pronto a qualunque cosa pur di saltabeccare (dolosamente) da una banca all'altra a seconda delle promozioni del momento.
Per scoraggiare il fenomeno, le banche hanno creato una specie di cartello (un vizio che hanno gli istituti, invece) non concedendo più surroghe a chi si presenta davanti allo sportello con un mutuo “usato”, cioè un mutuo che ha già ottenuto una surroga. Perché questa presa di posizione? Perché ogniqualvolta la banca acquisisce un nuovo cliente sopporta anche un esborso variabile tra 1.500 e 2.000 euro, divisi tra i costi amministrativi e quelli relativi alle spese per la copertura finanziaria. Costi che però non ammortizza se lo stesso cliente sposta tutto altrove dopo pochi mesi.
Cosa succede dunque in questo periodo? Succede che le banche, in maniera non concordata, dicono gli esperti (ma pochi ci credono), iniziano a declinare le richieste di surroga se scoprono che il mutuatario è intestatario di un mutuo sottoscritto prima con finalità di surroga. Le banche fanno questo applicando la discrezionalità di cui godono quando determinano i criteri di credito da applicare. In molte, secondo gli addetti ai lavori, hanno già deciso di tutelarsi definendo criteri che permettano loro di evitare di avere a che fare con mutuatari che in futuro potrebbero rivelarsi “incostanti e volatili”, semplicemente cambiando ancora il mutuo. Una recente indagine di Altroconsumo sviluppata attraverso 181 filiali bancarie ha effettivamente confermato questa tendenza: il 24% delle agenzie, secondo l'indagine, ha già posto limiti alla richiesta del trasferimento del mutuo con surroga: alcune filiali, se viene fuori che il richiedente ha già effettuato una surroga, evidenziano difficoltà burocratiche e stoppano la pratica.
La morale della favola è che il comportamento di pochi tende a irrigidire l'atteggiamento degli istituti bancari – che, sia detto per inciso, non sono obbligati ad accettare i clienti provenienti dalle altre banche – e rischia di depotenziare la surroga, fornendo proprio alle banche (che non vedevano l'ora) l'arma per spuntare un meccanismo così prezioso.
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Franco Canevesio Franco Canevesio, genovese, è giornalista professionista specializzato in economia e Borsa.
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