Storia della prima casa in Europa pagata in Bitcoin

Ecco come potrebbe evolvere in futuro
Pubblicato il 5 October 2022
Braga, Portogallo. In questa cittadina, per la prima volta in Europa, una casa è stata acquistata in Bitcoin. Circa tre, per l'esattezza, pari a un valore che all'epoca della transazione, lo scorso maggio, si aggirava attorno agli 80mila euro. Non era la prima volta che una casa passava di mano usando Bitcoin, ma è la prima volta che viene pagata direttamente in criptovaluta. Sembra una sottigliezza ma non lo è.
In Italia si può comprare casa in Bitcoin?
Anche in Italia sono state - di fatto - comprate case in Bitcoin. La prima è stata, lo scorso maggio, un appartamento a Milano da 940mila euro. Nel nostro Paese, però, il Codice Civile stabilisce che i debiti pecuniari si estinguano unicamente con moneta avente corso legale nello Stato. Cioè, per un appartamento in Italia, con gli euro. Nessun Paese, fatta eccezione per El Salvador, ha adottato i Bitcoin come moneta avente corso legale.
E allora com'è stato possibile comprare l'appartamento di Milano? Risposta: con il baratto. In pratica, il Bitcoin non viene riconosciuto come una moneta ma come una cosa. Un po' come se fosse un lingotto d'oro. Lo scambio avviene in seguito a un semplice accordo tra le parti.
Perché il caso portoghese è diverso
Nel caso portoghese, invece, acquirente e venditore si sono scambiati gli indirizzi dei portafogli digitali per concludere una transazione in Bitcoin, alla presenza di un notaio. Sia nel caso del baratto che in quello dell'acquisto, il risultato è lo stesso: una casa ha cambiato proprietario. Ma l'affare di Braga riconosce di fatto alle criptovalute la possibilità di essere usate come moneta (e non solo come merce di scambio).
Perché non è ancora il momento “cripto-immobiliare”
Questo vuol dire che il futuro immobiliare è fatto di transazioni e mutui in Bitcoin? No, almeno guardando allo scenario attuale. Ci sono infatti diverse ragioni per cui si può comprare casa solo in euro. La prima: i Bitcoin sono una valuta digitale volatile. Perde e guadagna valore in modo molto rapido. Talmente rapido da rendere molto complicato, oltre che rischioso, fissare dei prezzi.
L'altra ragione riguarda la sicurezza. Nessun mercato e nessuna moneta sono immuni dalle truffe. Le transazioni in Bitcoin non hanno bisogno di intermediari e permettono di concludere acquisti protetti dall'anonimato. Se da un lato questi sono punti di forza (niente intermediari vuol dire libertà d'azione e costi ridotti), dall'altro aprono a possibili frodi o riciclaggio di denaro.
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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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