Seconda casa: per gli italiani resta una forma di investimento sicura
26 set 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Diverse le differenze regionali
La scelta di acquistare una seconda casa si conferma per gli italiani una delle strategie preferite per impiegare la liquidità già disponibile a scapito di altre forme di investimento percepite come meno “sicure”. A confermarlo sono i dati relativi ai finanziamenti erogati dalla rete Kìron, la società di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa.
Analizzando i dati dell’intero anno 2023 riferiti all’erogato della rete è emerso come le richieste di mutuo per l’acquisto della seconda casa abbiano costituito l’1,7% del totale.
Se si escludono le richieste di mutuo per l’acquisto della prima casa, pari al 94,1% del totale, emerge come il ricorso al mutuo per altre finalità resti ancora un’opzione poco diffusa: nonostante l’età media elevata di gran parte del patrimonio immobiliare italiano, la richiesta di mutuo per costruzione e ristrutturazione rappresenta solo lo 0,7%. Le richieste di sostituzione e surroga rappresentano il 2,5%, seguite dalle richieste a scopo liquidità con lo 0,8% e per il consolidamento con lo 0,2%.
Seconda casa: si ricorre al mutuo ma solo per importi residuali
Così come per l’acquisto della prima casa, anche per la compravendita della seconda casa occorre prestare attenzione alle differenze regionali: al Nord il dato dei mutui accesi per la seconda casa è pari all’1,7% del totale, al Sud e Isole incide per l’1,4%, mentre per quel che riguarda le regioni del Centro Italia per lo 0,9%. Si tratta di investimenti fatti da una fascia di clienti con disponibilità elevate che spesso copre l’intero ammontare del costo dell’immobile senza ricorrere al mutuo: solo in alcuni casi tale target ricorre al finanziamento per concludere la compravendita della seconda casa.
Guardando l’importo medio, infatti, emerge come coloro che acquistano una seconda casa sottoscrivono mediamente un mutuo più basso rispetto a quelli che acquistano una prima casa: 96.520 euro contro 115.200 euro.
Il tasso fisso batte il variabile
Anche per quel che concerne la scelta relativa alla tipologia di finanziamento, per la finalità “seconda casa” ci sono differenze: il tasso fisso è la scelta più percorsa con l’84,62% delle preferenze contro l’80,2% dei mutuatari “prima casa”. Il tasso variabile rappresenta solo il 12,04% dei mutuatari che acquistano una seconda casa contro il 16,1% delle scelte per mutui prima casa. Individui, quelli oggetto dell’analisi, in generale più prudenti che preferiscono optare per mutui con maggiori costi in termini di tasso a discapito di un capitale erogato più basso.
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