Regno Unito a rischio bolla per i mutui “buy to let”

Pubblicato il 14 luglio 2015
In Italia se ne era parlato quasi dieci anni fa ma senza particolare entusiasmo. Si tratta dei cosiddetti mutui “buy to let”, ovvero quei mutui casa che consentono di acquistare un immobile per darlo in affitto. Più che un mutuo si tratta tuttavia di una soluzione di investimento: con il canone pagato dall’inquilino si ripagava il finanziamento concesso dalla banca.
All’epoca una banca straniera specializzata in mutui casa aveva tentato di proporli in Italia in collaborazione con una società di intermediazione immobiliare: il mutuo poteva essere richiesto da chi possedeva almeno una casa di proprietà e prevedeva un finanziamento della durata massima di 20 anni e un importo non superiore all'80% del valore dell'immobile.
Non a caso a si trattava di una banca inglese che aveva già sperimentato con successo tale formula nel proprio paese d’origine. Oggi però è proprio il Regno Unito a dover fare un passo indietro a causa dei rischi legati alla sostenibilità di tali finanziamenti e alla loro eccessiva diffusione.
Secondo un recente rapporto della Bank of England la loro crescita ha finito col generare “alcuni rischi per il benessere finanziario del Paese”. Da qui la decisione di limitare l’ulteriore concessione di questa tipologia di mutuo anche se non è ancora stato precisato come. Per ora, i dati diffusi dalla banca centrale inglese hanno registrato per il primo trimestre un aumento dell’erogazioni di mutui buy to let dell’8% .
A preoccupare le autorità del Paese è il modo in cui questi mutui sono stati erogati a causa della forte competizione tra le banche inglesi. Il numero di offerte relative ai mutui buy to let con un loan to value del 75%, se non talvolta superiore, è andato costantemente aumentando dal 2013 a oggi.
Sulla stampa inglese ormai da tempo si segnalano i rischi derivanti dalla scarsa sostenibilità dei finanziamenti richiesti. La loro diffusione, combinata ai della i bassi standard richiesti ai mutuatari per la loro concessione, potrebbe infatti avere ripercussioni negative sia sui livelli di indebitamento delle famiglie sia, nel lungo periodo, sul prezzo delle case.
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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
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