Mutui: l’aumento dei tassi da parte della Bce fa lievitare la rata
3 nov 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Ecco di quanto aumenterà
Pubblicato il 3 November 2022
Mentre i prezzi energetici corrono e l’inflazione tocca livelli record, arrivando a sfiorare quasi il 12%, gli italiani si ritrovano a dover letteralmente fare i conti con la rata del mutuo, che si appresta a diventare più pesante.
Secondo un’analisi della Fabi, il principali sindacato dei bancari in Italia, lo scenario per chi intende diventare proprietario di casa starebbe infatti peggiorando di giorno in giorno, sia per effetto dei tassi per le nuove erogazioni, che potrebbero sforare il tetto del 5% già nei prossimi mesi, sia a causa dell’aumento dello spread che incombe sui prestiti già concessi a tasso variabile.
Tassi di interesse in Italia più alti rispetto alla zona euro
Secondo la Fabi, i dati di agosto diffusi dalla Bce confermano una situazione già difficile in partenza: l’Italia è uno dei Paesi con i tassi di interesse più alti rispetto al livello medio registrato nella zona euro.
L’analisi dei tassi per scadenza del prestito mostra che il costo del credito per le famiglie italiane è superiore in media di 18 punti base per un mutuo ipotecario con scadenza compresa tra 1 e 5 anni, fino ad arrivare a 32 punti base per uno stesso prestito a oltre 10 anni. Per tutte le altre categorie di prestiti la forbice è ben più ampia e il differenziale supera anche i 140 punti base.
Nel dettaglio, per i finanziamenti dedicati all’acquisto della casa, alle famiglie italiane è richiesto un tasso di interesse medio del 2,62% per scadenza fino a 5 anni, contro un livello medio dell’1,58% delle famiglie francesi e del 2,27% per quelle spagnole. Per le scadenza superiori a 10 anni, l’Italia è seconda alla sola Germania, che vanta il primato in tutte le scadenze, rispettivamente del 2,78% per i prestiti fino a 5 anni, del 2,74% per quelli fino a 10 anni e del 3,04% per quelli che superano i 10 anni.
Per quanto riguarda le altre tipologie di mutuo, il tasso di interesse sui prestiti pagato in Italia per nuove operazioni raggiunge il livello massimo del 3,62% per le scadenza maggiori contro l’1,79% della Francia e il 3,30% della Germania. La Spagna vince il primato con il 4,69%, mentre i tassi italiani, per tutte le fasce di scadenza, restano pur sempre superiori alle medie europee.
Perché il rischio rate insostenibili è reale
Secondo la Fabi, la scelta della Bce di rialzare i tassi, seppure per contrastare il fenomeno dell’inflazione, rischia in estrema sintesi di mettere a dura prova la sostenibilità finanziaria del debito delle famiglie.
Alla stessa conclusione giunge anche l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, secondo la quale 2,4 milioni di italiani con un mutuo a tasso variabile hanno già avuto difficoltà, nei primi 9 mesi dell’anno, a rimborsare il finanziamento.
“Un fenomeno” – si legge nell’indagine realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale – “che potrebbe aumentare ulteriormente, tanto è vero che sono più di 780.000 i mutuatari (tra chi ha un finanziamento a tasso fisso e chi lo ha variabile) che hanno dichiarato che, se i prezzi continueranno a salire, potrebbero essere costretti a saltare le prossime rate”.
Quanto peserà l’aumento dei tassi sulla rata
Secondo le simulazioni di Facile.it, l’ultimo aumento dei tassi di interesse dello 0,75% da parte della Bce, potrebbe tradursi nei prossimi mesi in un incremento delle rate dei mutui variabili degli italiani con rincari fino a 50 euro al mese per un finanziamento medio, e un aggravio complessivo di circa 150 euro da inizio anno.
Ma «*Per sapere quale sarà l’aumento effettivo delle rate bisognerà attendere di vedere come si muoverà l’Euribor, perché se è vero che l’indice cambia sulle base delle aspettative dei tassi Bce, non è detto che lo faccia in misura uguale ai tassi della Banca centrale», spiega Ivano Cresto, managing director prodotti di finanziamento di Facile.it. «Fermo restando che l’impatto sarà diverso per ciascun mutuatario* in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare; più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto sulle rate».
Secondo le simulazioni di Facile.it, ad esempio, se l’Euribor aumenterà in misura uguale ai tassi della Bce, un mutuatario che ha sottoscritto un finanziamento variabile da 126.000 euro a gennaio 2022 si troverebbe quindi a pagare nei prossimi mesi una rata da 604 euro, vale a dire 50 euro in più rispetto ad oggi e 150 euro in più da inizio anno (+32%).
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