La ripresa del mattone passa dai centri storici
15 mag 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
La ripresa del mercato dei mutui casa, complice soprattutto l'abbattimento dell'Euribor e i prezzi ai minimi, è ormai cosa accertata: un dato recente che la conferma è che, tra il novembre 2014 e l'aprile 2015 il finanziamento medio concesso dalle banche è stato di 120 mila euro, il 5,4% in più rispetto ai sei mesi precedenti e del 12,5% in più rispetto a un anno fa. Un trend capace di rimettere il mattone al centro degli investimenti degli italiani. Tutti gli esperti concordano sul fatto che, nel medio termine, l'investimento migliore è localizzato in periferia o in zona semicentrale, meglio se degradata: con investimenti così sia i margini di guadagno che le prospettive di crescita si rivelano maggiori.
Investimenti “a luci rosse”.In quest’ottica gli esperti buttano lì l'idea di dare uno sguardo ai quartieri a luci rosse delle città della penisola. Sembra una provocazione, ma la proposta ha basi forti: la regolamentazione della prostituzione, estesa nelle strade periferiche dei capoluoghi di provincia, che ha già dato l'impennata al mercato immobiliare in alcuni quartieri di parecchie città italiane. All'estero la cosa ha già ottenuto effetti: a settembre, il sindaco di Amsterdam Job Cohen ha annunciato la chiusura di un locale a luci rosse ha poi dovuto garantire al proprietario delle “vetrine”, Charles Geerts, quindici milioni di euro in modo da compensare il crollo nel valore degli immobili della zona.
Secondo una ricerca di Immobiliare.it, parte dei quartieri considerati oggi più eleganti erano, un tempo, zone famose per il meritricio. In tante città, sostiene la ricerca, la regolamentazione delle attività che sono legate alla prostituzione non ha determinato alcun deprezzamento nei valori degli immobili ma, anzi, ha creato attrazioni turistiche. Basta guardare alle attuali valutazioni e il gioco è fatto anche nel real estate: San Salvario, il quartiere a luci rosse di Torino oppure le circonvallazioni milanesi assistono a una riduzione di un terzo nei prezzi nonostante siano tutte zone semicentrali e ben collegate al centro. A Roma la zona Eur, scelta dal sindaco Ignazio Marino per la sua sperimentazione (con gli operatori antisfruttamento e i nuovi distributori di preservativi), presenta prezzi inferiori a 4.000 euro al metro, a fronte dei 6.000 euro nei quartieri semicentrali mentre, sempre nella capitale, sulla strada Palmiro Togliatti, vero e proprio supermercato del sesso, si scende addirittura sotto i 3.000 euro. A Napoli, a Forcella, quartiere nel quale è stato scoperto dalle forze dell’ordine un intero stabile destinato al meretricio, gli immobili costano 2.300 euro al metro quadro contro i 4.500 euro del quartiere borghese del Vomero.
Milano e Genova, esempi di rivalutazione.Il tempo è galantuomo, si dice, e comprare un immobile in queste zone, attualmente degradate, può rivelarsi un affare tra qualche anno. A Torino, in centro, in Via Conte Verde, un tempo detta “via dei bordelli”, un trilocale oggi costa in media 248 mila euro, quasi in linea rispetto alla media. A Milano, la zona chic di Brera è passata col tempo da luogo di perdizione e zona tra le più ricche della città: un appartamento in Brera oggi costa anche 9.000 euro al metro quadro. La stessa cosa è successa nella centrale piazza Velasca o in piazza Missori. A Genova, un trilocale in vico Carabaghe costa in media 174 mila euro: in quel vicolo c'era negli anni '60 la casa chiusa che ha ispirato Gino Paoli nella sua “Il cielo in una stanza”. Al contrario, sempre a Genova, l'altra famosa via del meretricio, cioè Via del Campo, cantata da Fabrizio de André, a 154 mila euro per un trilocale è sotto la media della città.
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