Mercato immobiliare: nel 2023 compravendite in calo e prezzi in salita
17 gen 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

La domanda si sposta vero la periferia
Dopo aver chiuso un 2022 frenetico in termine di scambi immobiliari, il 2023 parte col freno a mano per effetto di diversi fattori tra cui l’aumento dei tassi di interesse che rendono più onerosa la sottoscrizione dei mutui immobiliari.
Quali condizioni si troverà davanti chi intende acquistare casa nel corso dell’anno? Oltre al caro-mutui, appare come molto probabile un ritocco dei prezzi al metro quadro nelle principali città. A formulare alcune ipotesi in questo senso è l’Ufficio Studi del network immobiliare Tecnocasa.
Calano le compravendite, ma si alzano i prezzi
Una volta archiviato il 2022 con volumi di compravendite sostenuti, il 2023 si apre su uno scenario difficile che potrebbe portare non solo a prezzi più elevati, ma anche a tempi di vendita più dilatati e all’incremento della domanda verso le zone meno centrali delle grandi città, generalmente più convenienti.
“Il 2022 chiuderà con volumi di compravendite importanti, a livelli che non si vedevano da tempo. Alla luce di questo, il 2023, – afferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa – secondo le nostre previsioni registrerà un calo delle transazioni e prezzi ancora in leggera crescita. L’aumento dei tassi di interesse, che inizia già a farsi sentire su chi necessita di importanti interventi di mutuo e le incertezze economiche e lavorative porteranno ad un ridimensionamento della disponibilità di spesa”.
Per una fascia di potenziali acquirenti, secondo l’analisi, potrebbe essere persino più difficile ottenere accesso al credito dato che i requisiti applicati dalle banche per erogare i mutui potrebbero diventare più selettivi.
“Ci aspettiamo una tenuta degli acquisti a scopo di investimento, ancora di più se l’inflazione dovesse restare a livelli elevati. Gli investitori torneranno a puntare sugli affitti turistici alla luce del recupero dei flussi, sulle aree delle grandi città interessate da interventi di riqualificazione e sulle località turistiche attrattive, in grado di garantire una redditività interessante”, sottolinea Megliola.
Si riducono le disponibilità di spesa degli acquirenti
La riduzione della disponibilità di spesa invece da parte delle famiglie o delle giovani coppie potrebbe spostare gli acquisti verso le periferie e l’hinterland delle grandi città, soprattutto se c’è una ricerca di soluzioni nuove e indipendenti. Secondo l’Ufficio Studi è molto probabile che le nuove ricerche di un immobile puntino su metrature più contenute rispetto al passato.
“La prudenza che sarà messa in campo dai potenziali acquirenti determinerà l’allungamento dei tempi di vendita”, aggiunge Megliola. “Il segmento del lusso terrà grazie alla spinta di una domanda di nicchia e a una bassa offerta. Sembra confermarsi la ricerca del nuovo anche se si dovranno fare i conti con gli aumenti dei costi di costruzione e un rallentamento dei cantieri. L’offerta sarà ancora esigua, soprattutto nelle metropoli, e questo determinerà un leggero aumento dei valori. Questo aumento è comunque previsto anche nei capoluoghi di provincia e nell’hinterland delle grandi città. Le locazioni continueranno sul sentiero di recupero grazie a una buona domanda. L’offerta non sempre sufficiente, soprattutto alla luce del ritorno degli affitti breve, sarà causa di un ulteriore aumento dei canoni”.
Le previsioni per il 2023
Nel tradurre queste previsioni in stime numeriche approssimative, Tecnocasa ritiene che l’anno possa chiudersi intorno a 680-700 mila compravendite e un aumento dei prezzi tra l’1% e il 3%.
Il calo delle compravendite nel nostro Paese oscillerà tra il 10% e l‘8% e nelle grandi città tra l’8% e il 6%. In termini di prezzi a subire l’incremento maggiore potrebbe essere ancora una volta Milano, con ritocchi che vanno dal 3% e al 5%, seguita da Bari, Bologna Verona (con aumenti che potrebbero oscillare tra il 2 e il 4%) e da Roma e Firenze ( dall’1 al 3%).
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