Italia: prezzi delle case in rialzo, in controtendenza con l'Eurozona
8 mag 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Tornano a crescere anche le compravendite
Pubblicato il 8 May 2024
In Italia nel secondo semestre del 2023 è proseguita la (moderata) crescita dei prezzi degli immobili residenziali. Lo dice l'ultimo Rapporto sulla Stabilità Finanziaria di Bankitalia secondo cui, nel 2024, la crescita rallenterà, per poi arrestarsi nel 2025. I dati sono particolarmente interssanti dsoprttutto per chi si appresta ad accedere a mutui prima casa: i prezzi delle case, in calo in Europa, crescono - invece - nel nostro Paese.
Europa giù, Italia su
In Europa i prezzi delle case nel secondo semestre 2023 hanno proseguito nella loro ondata di diminuizione, anche se si sono stabilizzati sui livelli della prima metà dell’anno; secondo Bankitalia, in Italia, invece, nello stesso periodo è proseguita la crescita moderata dei valori degli immobili residenziali e sono tornate ad espandersi le compravendite.
Variazione positiva dopo due anni
Per la prima volta dopo due anni, a fine 2023, si è registrata una variazione annua positiva. Di fatto, sottolineano gli esperti, i costi elevati dei mutui hanno frenato gli acquisti. Secondo Bankitalia, la crescita dei prezzi delle abitazioni rallenterà la corsa nel 2024 per poi arrestarla del tutto nel 2025: gli indicatori delle dinamiche del mercato residenziale continuano a non evidenziare rischi di sopravvalutazione.
Mutui stabili nel 2024
Dal punto di vista dei mutui, per quanto riguarda i tassi per l'acquisto di abitazioni, si è registrata una crescita fino al terzo trimestre 2023, poi seguita da un periodo di stabilità con tassi al 3,1% a febbraio 2024 dal 2,3% di dicembre 2022. A fine 2023, il costo dei finanziamenti per l'acquisto di abitazioni si è stabilizzato al 5% per i mutui a tasso variabile, mentre per i mutui a tasso fisso si è ridotto al 3,6% dal 4% dello scorso settembre.
Il 60% dei mutui erogati è a tasso fisso
In linea con l’ampliamento di questo differenziale, sottolinea Bankitalia, nel 2023 oltre il 60% dei mutui erogati è stato a tasso fisso (49,6% nell’area euro): ciò ha confermato la propensione delle famiglie italiane a scegliere il mutuo che garantisce rate iniziali più basse.
I mutui a tasso variabile hanno subito un deterioramento più marcato: nel 2023 la quota di famiglie con almeno una rata in ritardo è leggermente aumentata, anche se si mantiene inferiore alla media degli ultimi dieci anni. Secondo le proiezioni della Banca d’Italia, nel 2024 la quota di nuclei finanziariamente fragili resterebbe stabile al 2,2%.
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