Compravendite: mutui in calo anche nel 2023 per l’effetto tassi
27 dic 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Balzo a doppia cifra, invece, per i prestiti
La guerra in Ucraina e l’inflazione in aumento stanno incidendo sui redditi delle famiglie, sui risparmi accantonati e sulla capacità di chiedere un finanziamento in caso di necessità. Nei primi nove mesi dell’anno, le famiglie italiane hanno fatto ricorso al credito al consumo per sostenere gli acquisti tanto da far registrare un balzo a doppia cifra dei flussi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+11.4%).
In particolare, il ricorso a prestiti personali e gli altri finanziamenti finalizzati sono andati a sostenere le vendite di settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, beni per l’efficientamento energetico delle abitazioni, ciclomotori e altri beni e servizi, mentre i finanziamenti destinati all’acquisto di auto/moto rimangono in calo.
Ma se da un lato le famiglie hanno chiesto credito per acquistare beni e servizi, dall’altro invece, si sono ritirate dal mercato dei mutui, pesantemente colpito dall’incremento dei tassi di interesse da parte della Bce.
A rivelarlo è la 53^ edizione dell’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia.
Calano i mutui
Secondo lo studio, i mutui immobiliari richiesti dalle famiglie hanno subito un calo importante e pari al 9,8% rispetto ai primi 9 mesi del 2021. Nel terzo trimestre dell’anno, in particolare, sono diminuiti i mutui con finalità di acquisto - penalizzati dal consistente aumento dei tassi - che va a sommarsi al calo delle surroghe in atto ormai da molti trimestri.
A influire è stato tuttavia, anche il temporaneo venire meno dell’offerta di mutui agevolati con garanzia Consap dedicati agli under 36.
Nel frattempo tuttavia, chi aveva un mutuo in corso è riuscito a far fronte al pagamento della rata: secondo l’analisi, rispetto al primo trimestre del 2022 quelli successivi, conclusi nei mesi di giugno e settembre, evidenziano un’ulteriore lieve riduzione del rischio di credito. In particolare, l’indicatore a settembre 2022, relativamente al totale dei prestiti alle famiglie, si stabilizza sul livello più basso degli ultimi quattro anni.
Le previsioni per il 2023
Nonostante un quadro che resta difficile, con un forte calo del potere d’acquisto reale delle famiglie, le previsioni per il prossimo anno non sono drammatiche: le erogazioni di mutui prima casa per l’acquisto delle abitazioni subiranno un rallentamento nel 2023, ma non vi sarà un crollo delle richieste dato che resteranno attivi molti degli incentivi governativi, in particolare quelli rivolti ai giovani, alla ristrutturazione edilizia e al risparmio energetico.
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