Compravendite in calo: mancano case ad alta efficienza
12 lug 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Pesa anche il calo del potere d’acquisto
Il mercato immobiliare rallenta. Non solo per una questione economica. Nel primo trimestre dell’anno, le compravendite sono diminuite del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. C’entrano – spiega un’indagine di Abitare Co. – i prezzi alti, “l’incertezza sulle prospettive della propria situazione economica e il calo del potere d’acquisto”. Ma non solo: il mercato frena anche a causa della “mancanza di offerta di case nuove e ad alta efficienza energetica”.
Lo confermano altri dati: nelle grandi città analizzate, le compravendite di case nuove sono crollate (-23%), portando la propria quota sul totale degli scambi al di sotto del 7%. Solo Milano registra una quota di nuovo abitazioni a 2 cifre (12,6%).
La mappa del mercato
Tra le principali città metropolitane, il calo maggiore delle compravendite si registra a Milano (-13,2% e 5.141 transazioni), seguita da Torino (-10,2% e 3.193 transazioni), Roma (-6,9% e 7.703 transazioni), Genova (-6,7% e 1.898 transazioni), Firenze (-5,9% e 1.137 transazioni), Palermo (-5,7% e 1.508 transazioni), Napoli (-4,4% e 1.868 transazioni) e Bologna (-1,8% e 1.241 transazioni).
Mutui ai minimi storici
A un mercato in difficoltà si affianca il costo dei finanziamenti. E così, spiega l’analisi, le abitazioni comprate grazie ad un mutuo sono “ai minimi storici”, con poco più di 56.000 transazioni, pari al 40% del totale.
La quota di famiglie che acquistano tramite mutuo è andata a diminuire di anno in anno in corrispondenza all’aumento del costo del denaro adottato dalla Bce per contrastare l’inflazione. Basta fare un confronto con l’epoca pre-Covid, quando il 53% delle compravendite era supportata da un finanziamento di lungo periodo.
Dal risparmio al risparmio
Le dinamiche che muovono il mercato sono complesse. Se durante il picco della pandemia le famiglie non investivano ma accumulavano risparmio, adesso dirigono il proprio budget sulle spese familiari e per compensare il calo del potere d’acquisto. In sostanza: a limitare gli acquisti non è più tanto il timore di perdere quanto l'effettiva mancanza di risorse.
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