Com'è cambiato il prelievo fiscale sugli immobili

In calo il gettito complessivo Imu-Tasi
Pubblicato il 7 February 2020
Nel 2018 il prelievo fiscale sugli immobili è stato di 40,6 miliardi di euro; la cifra è in leggero calo rispetto all'anno precedente. Il picco era stato raggiunto nel 2015, con 43,5 miliardi, per poi scendere sotto quota 40. La composizione e le variazioni del prelievo, si legge sul rapporto “Gli immobili in Italia” dell'Agenzia delle Entrate, “riflettano le numerose modifiche legislative intervenute negli ultimi anni”.
La modifica più rilevante, in termini di gettito, è stata l'esenzione per le abitazioni principali dal pagamento della Tasi. Si deve “quasi interamente” a questa misura il calo del prelievo nel 2016 rispetto ai due anni precedenti. All'oscillazione ha contribuito anche l'opzione di un regime di maggior favore (la cedolare secca). L’Irpef, sottolinea il rapporto, è infatti diminuita, tra il 2012 e il 2018, di oltre mezzo miliardo di euro; al contrario, l’imposta sostitutiva è aumentata di 1,32 miliardi.
Nel 2018 (l'ultimo anno coperto dal report), il grosso del gettito immobiliare (il 47%) è prodotto dall'Imu, per un importo di 18,7 miliardi, a cui si aggiunge il 15% di Iva e il 13% di Irpef. La Tasi ha reso al Fisco 1,1 miliardi (pari al 3% del totale), il 6% è arrivata dalla cedolare secca e il 7% da registro e bollo. Completano il quadro le entrate tributarie da successioni e donazioni (pari al 2% del prelievo complessivo) e quelle da imposte ipotecarie e catastali (pari al 4%). Il gettito complessivo Imu-Tasi, nel 2018 è stato di 19,8 miliardi di euro, in forte diminuzione (-4,9 miliardi) rispetto al 2012, anche per effetto di una tassazione locale più leggera.
Le imposte indirette sui trasferimenti e sulle locazioni, dopo un’iniziale diminuzione di circa 1 miliardo di euro nel 2013 e 2014, sono tornate a crescere, arrivando nel 2018 a 12,2 miliardi di euro. Questa tendenza, spiega l'Agenzia delle Entrate, “è riconducibile all’andamento positivo del mercato residenziale che nel 2017 ha registrato un incremento delle compravendite”, anche grazie alla possibilità di richiedere mutui a tassi vantaggiosi.
Le differenze registrate di anno in anno non sono destinate ad appianarsi, perché anche nelle ultime due leggi di Bilancio sono state introdotte alcune modifiche. Nel 2019, ad esempio, è stata bloccata la sospensione dell'aumento delle aliquote di Imu e Tasi ed è stata ampliata la cedolare secca anche ai contratti di locazione di tipo strumentale. Consistente è stato il ritocco del 2020, che ha previsto la fusione di Imu e Tasi.
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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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