Euribor sotto zero, mutuo più facile
24 apr 2015 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Il panorama dei mutui è destinato a cambiare dopo che tutti e due gli indici principali di riferimento nel calcolo degli interessi sono finiti sotto zero. Pochi giorni fa, infatti, l'Euribor a tre mesi ha seguito la sorte toccata a gennaio a quello a un mese ed è finito in territorio negativo, a -0,001% mentre quello a un mese è sotto zero (a -0,03%) pure lui dalla fine del mese di gennaio. Per chiunque abbia sottoscritto un finanziamento per l'acquisto della casa con un mutuo a tasso variabile la notizia è veramente buona, visto che le rate rate sono ulteriormente diminuite. Una notizia doppiamente buona per milioni di mutuatari italiani, in particolare considerando che nel 2008, all'inizio della maledetta crisi europea del debito, l’Euribor a tre mesi viaggiava sul 4%.
Cosa cambia in concreto.Dato che, teoricamente, la rata del mutuo a tasso variabile viene calcolata sommando lo spread, cioè la percentuale fissa del guadagno delle banche, all’andamento del tasso interbancario che è stato scelto (perlopiù l’Euribor a uno o a tre mesi), con l’Euribor a tre mesi sotto la soglia dello zero, le banche dovrebbero sottrarre il valore dell'indice trimestrale dallo spread, in questo modo abbassando il tan, cioè il tasso annuo nominale del mutuo. Nel caso, per esempio, di mutuo variabile a 15 anni del valore di 200.000 euro, visto che attualmente l’Euribor, sia quello a un mese che quello a tre mesi, è poco sotto lo zero, avremo una rata intorno ai 1.195 euro: se l'Euribor fosse in salita, invece che in discesa, mettiamo di uno 0,5% la rata del mutuo lieviterebbe a 1.240 euro.
Il rischio banca.Non proprio, visto che la discesa dell’Euribor si rivela una buona notizia per chi abbia contratto un mutuo mentre non lo è altrettanto per gli istituti di credito, impreparati all'esito della manovra di Draghi: con un Euribor così, temono le banche, finisce che i loro guadagni potrebbero anche ridursi, invece che incrementarsi. La discesa degli indici di riferimento, infatti, è figlia della strategia iper espansiva messa in atto dalla Bce, pilotata tramite un eccesso di liquidità sul mercato, l'ormai famoso Qe, il Quantitavie easing, tramite cui il presidente Mario Draghi sta tentando, in concreto, di indurre le banche a prestare denaro senza farlo parcheggiare negli investimenti sull’interbancario, con l’obiettivo finale di spingere le stesse banche ad assumersi, finalmente, dei rischi. Bene, siccome ogni medaglia ha il suo rovescio, è più che probabile che gli istituti di credito facciano finire quel rischio tra le voci del costo dei mutui, cioè, alla fine, a carico delle famiglie mutuatarie.
E' l'ora del mutuo.In realtà va ancora verificato in dettaglio l’impatto reale che l'abbassamento dell'Euribor avrà sui mutui delle famiglie, dal momento che parecchio dipende dalle clausole contrattuali che vengono applicate ai finanziamenti da parte dei singoli istituti di credito. Resta il fatto che, a un mese o poco più dal lancio del piano acquisti da 60 miliardi di euro in titoli di Stato messo in atto dalla banca centrale europea, l’Euribor trimestrale è sceso, in ventiquattr'ore, fino a toccare il minimo assoluto del -0,001%, dal +0,001% del giorno prima. Evidentemente la strategia messa in atto da Draghi e dalla Bce sta funzionando, come dimostra il fatto che in Italia è ripartito da qualche mese anche il mercato dei mutui, che segna la crescita a due cifre delle erogazioni. Per affermare di trovarsi di fronte a un vero risveglio nel mercato dei nuovi mutui bisognerà attendere ancora un poco, visto che il loro andamento è strettamente legato a quello di un mercato immobiliare che fatica a uscire dalla crisi: ma se l’Euribor resterà sugli attuali livelli a lungo, proprio dai mutui più facili da chiedere (e da ottenere) potrebbe arrivare l'aiuto più importante per il settore immobiliare.
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