Affitti brevi, è ufficiale: si parte con il codice identificativo
10 mag 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

A breve la fase di sperimentazione
Dopo un lungo percorso, si parte. Gli appartamenti offerti in affitto breve dovranno esporre un Codice identificativo nazionale. Il via libera è arrivato dalla Commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Regioni e Province autonome, presieduta dal coordinatore, l'assessore abruzzese Daniele D’Amario.
Mettere ordine tra i codici
Il parere positivo riguarda, in particolare, il decreto sull’interoperabilità delle banche dati regionali, predisposto dal ministero del Turismo. In sostanza, un’apertura degli archivi locali senza i quali il Cin sarebbe impossibile. Diverse regioni, infatti, hanno già un proprio codice identificativo. Il passo necessario era renderlo nazionale, in modo da avere un meccanismo unico di identificazione delle strutture in tutta Italia.
Gli obiettivi
L’obiettivo dichiarato è ridurre le frodi e aumentare la trasparenza degli affitti brevi, in modo da regolamentare il settore senza sacrificarlo. Da una parte, infatti, c’è il suo grande peso economico: secondo l’Ufficio studi dell’associazione italiana gestori affitti brevi (Aigab), il contributo al Pil per i soli ponti di primavera è di circa 1,4 miliardi di euro.
Dall’altra parte, però, c’è una tendenza a svuotare i centri storici e a condizionare il mercato immobiliare delle città a vocazione turistica. In sostanza, compra chi decide di mettere a reddito gli immobili, facendo lievitare i prezzi e rendendo gli acquisti e i mutui inaccessibili per chi quelle zone vorrebbe abitarle.
I prossimi passi
Il parere positivo della Commissione sblocca il decreto, che arriverà entro maggio. Seguirà una fase di sperimentazione, con l’obiettivo di arrivare a pieno regime da inizio settembre.
Dal momento della piena entrata in vigore, chi offre un appartamento in affitto breve dovrà esporre il Codice identificativo nazionale sulle piattaforme online, all’interno e all’esterno dell’unità immobiliare (condomini compresi). In caso contrario, si rischiano sanzioni fino a 5.000 euro.
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