Rosso sul conto, no a segnalazioni automatiche
Ecco le precisazioni di Banca d'Italia
Rosso sul conto corrente, no a segnalazioni automatiche alla centrale rischi. Dal primo gennaio sono entrate in vigore le nuove regole per considerare un debitore (anche persona fisica) in sofferenza.
Abbiamo visto anche sulle pagine del blog Mutuando, quali rischi e effetti paradossali possono accadere per un rosso sul conto corrente.
Banca d'Italia ha pubblicato una serie di informazioni sul proprio sito per tentare di porre dei paletti e non ingenerare allarme sulle situazioni personali dei clienti delle banche; vediamo insieme di cosa si tratta.
Nuove regole e segnalazioni alla centrale rischi
Dal primo gennaio l’indagine sulle sofferenze creditizie sarà a 360 gradi. Gli intermediari che fanno parte di un gruppo bancario o finanziario devono considerare tutte le informazioni - positive e negative - a disposizione del gruppo stesso.
Si parla di "sofferenza di gruppo" proprio perché la classificazione è applicata uniformemente in tutto il perimetro del gruppo bancario o finanziario. L’indicazione arriva da Banca d'Italia che continua: “Si parla di "sofferenza di gruppo" proprio perché la classificazione è applicata uniformemente in tutto il perimetro del gruppo bancario o finanziario.
Tale requisito non era richiesto formalmente in precedenza, ma era verosimilmente già attuato dalle banche appartenenti a gruppi. Le modifiche alla definizione di default relative alle cc.dd. "soglie di rilevanza" non hanno, invece, alcun impatto sulla classificazione a sofferenza.
Gli intermediari infatti dovranno continuare a segnalare un cliente "in sofferenza" sulla base dei criteri sopra descritti (valutando dunque la situazione di grave difficoltà non temporanea e non basandosi su un mero ritardo nei pagamenti) e non devono applicare alcun automatismo tra la classificazione a default e la segnalazione a sofferenza in CR”.
L’analisi dei clienti in sofferenza ha impatto sulla soglia. Di norma si valutano informazioni su finanziamenti e garanzie pari o superiori a 30 mila euro, la soglia però scende a 250 euro quando il cliente è classificato in sofferenza.
Rosso sul conto, scelta della banca per lo sconfinamento.
Lo sconfinamento, come suggerito dal termine stesso, rappresenta un utilizzo dei fondi per importi superiori alle disponibilità presenti sul conto o al fido accordato; la possibilità di sconfinare, ricorda Banca d'Italia, non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca, che può anche applicare commissioni (la cosiddetta CIV, commissione di istruttoria veloce).
Dal 1° gennaio, come già oggi, le banche potranno continuare a consentire ai clienti utilizzi del conto, anche per il pagamento delle utenze o degli stipendi, che comportino uno sconfinamento.
Si tratta tuttavia, sottolinea Banca d'Italia, di una scelta discrezionale della banca, che può consentire oppure rifiutare lo sconfinamento. È quindi importante conoscere bene il contratto stipulato con la propria banca e dialogare con essa.
Oltre i 100 euro di rosso, cosa succede?
Banca d'Italia prova a mettere un freno agli allarmi sul blocco conto correnti per un rosso anche di soli 100 euro. Bisogna osservare la cosiddetta soglia di rilevanza oltre la quale un cliente può essere considerato in sofferenza.
La soglia di rilevanza è il superamento contemporaneo di soglia assoluta (i 100 o 500 euro a seconda della natura del debitore) assieme all’1% dell’esposizione che è chiamata soglia relativa. Questa situazione deve permanere per oltre 90 giorni consecutive.
Ma ci sono delle eccezioni: ad esempio per le amministrazioni pubbliche questa situazione può protrarsi per 180 giorni consecutivi.
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