Prestiti salati. Il nostro Paese si conferma al vertice in Europa
14 ott 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.
Prestiti salati. Il nostro Paese si conferma al vertice in Europa per i costi praticati sul credito al consumo: il Taeg sulle nuove operazioni ad agosto ha toccato il 10,5%, dato che resta significativamente più elevato sia rispetto alla media dell’area euro (8,55%) che a quelli di Francia (6,82%) e Germania (8,27%). Già a luglio si era registrato un nuovo aumento dopo la diminuzione di giugno. Lo afferma nell’ultima rilevazione condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl sui dati della Bce.
I costi di un prestito in Ue
Proseguendo nel confronto europeo, l’Italia svetta anche per quanto riguarda la quota destinata al credito al consumo sul totale dei prestiti richiesti: ad agosto si arriva al 18,7% contro una media dell’area euro dell’11,2%. Lontane, in questa classifica, restano Germania e Francia, che si fermano rispettivamente al 9,9% ed al 12,5%.
Si osserva, quindi, sottolinea la Fondazione Fiba, una tendenza non inedita ma significativa. Ci sono sempre meno prestiti, ma c’è sempre più credito al consumo. Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, i prestiti alle famiglie si sono ridotti dello 0,1% rispetto al periodo precedente. Quelli destinati a finanziare il consumo, invece, hanno visto un incremento dell’1,8%, passando da 162,4 a 165,3 miliardi di euro.
Tra le regioni, l’aumento maggiore rispetto al trimestre precedente si registra in Valle d’Aosta (+ 2,3%), Lombardia (+ 2,15%) e Toscana (2,13%), quello minore in Sardegna (+ 0,99%).
Rischi in aumento?
Il maggiore spazio riservato al credito al consumo non è da sottovalutare. La Fondazione spiega infatti come la rischiosità dei finanziamenti stia aumentando. Si nota dal tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie calcolato in relazione al numero degli affidati.
Pur rimanendo su livelli contenuti, è cresciuta costantemente nel corso del 2023, per poi ripiegare a partire dal primo trimestre del 2024 e scendere ancora nel secondo (da 0,245% a 0,243%). Guardando ai dati su base regionale, le difficoltà maggiori si registrano al Sud, con il picco in Sicilia (0,383%), seguita da Campania (0,36%) e Calabria (0,354%).
14 October 2024 di Paolo Fiore
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