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Come possono ripartire i mutui

26 feb 2014 | 4 min di lettura | Pubblicato da

coppia di ragazzi che gioca con scatole del trasloco

Quando si vedrà una vera ripresa nel mercato dei mutui? In mezzo ad indicazioni contrastanti si fa fatica a vedere la luce in fondo al tunnel, perché sebbene i dati lascino ipotizzare una possibile risalita del settore, la realtà sembra andare dalla parte opposta, condizionata com’è da una molteplicità di fattori. I tassi per i mutui, ad esempio, si dividono tra offerte delle banche – ormai prevalentemente orientate su uno spread del 2,50% - e tassi di riferimento, che l’ultimo rapporto Abi dà in aumento a gennaio. Nell’ultima rilevazione il parametro si è attestato al 3,54% contro il 3,42% del dicembre 2013. Il finanziamento per l’acquisto della casa diventa quindi più caro, anche se in modo lieve.

A mettersi in mezzo tra gli aspiranti mutuatari e la casa dei propri sogni, inoltre, ci si mette anche lo Stato, che se da un lato dà – con diverse misure di cui abbiamo più volte parlato, dal Fondo di Solidarietà al Plafond Casa – dall’altro toglie. Secondo Confedilizia, infatti, è stata l’IMU una delle principali cause della depressione del mercato immobiliare (e di conseguenza dei mutui) nell’anno passato. Il passaggio dall’Ici all’Imu, secondo l’associazione, ha avuto sulle famiglie l’effetto di una patrimoniale da 355 miliardi di euro, mentre con la Tasi si può dire che una tassa sul patrimonio pari al 25% del Pil si riverserà sui cittadini del Belpaese. Un vero deterrente per chi intenda acquistare casa: infatti il calo delle compravendite si è aggirato, secondo Confedilizia, intorno al 26%, che ha raggiunto il 28% nelle isole. Senza contare la riduzione di 14 miliardi negli investimenti nel settore immobiliare e i 400 mila nuovi disoccupati, vittime mietute dalla crisi nell’industria edilizia.

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Una tendenza confermata anche da Scenari Immobiliari, che ha rilevato come in sette anni il mercato immobiliare abbia visto il fatturato calare del 21,5%, con un -5,7% registrato nel solo 2013. Si tratta della peggiore performance in tutta Europa, che porta il fatturato del settore immobiliare italiano a circa 99 miliardi di euro (che Scenari Immobiliari prevede possano arrivare quest’anno a 100 miliardi).

Di pari passo, e nonostante gli spread bancari in calo, Tecnocasa sottolinea un calo nell’erogazione del credito alle famiglie nel 2013. Benchè la contrazione sia inferiore a quella registrata nel 2012, si tratta pur sempre di un impressionante -7% anno su anno rilevato nel terzo trimestre 2013. L’ufficio studi di Tecnocasa, nella sua ultima “Analisi del mutuatario” ravvisa però dei segnali di speranza. La domanda di mutui è in aumento, e, se pure si prevede un trend negativo per le erogazioni di mutui anche nel primo semestre del 2014, nella seconda parte dell’anno si potrebbe registrare un’inversione di tendenza, magari proprio a seguito delle migliori offerte disponibili presso le banche e al netto di un possibile aumento dei tassi di riferimento.

Certo è che il livello di occupazione avrà un peso sempre crescente nella possibile ripresa delle erogazioni di mutui. Sono infatti i fortunati lavoratori a tempo indeterminato – otto volte su dieci – che secondo Tecnocasa hanno avuto la maggiore possibilità di accesso al credito nel 2013, oltre ad un 4% di pensionati. Solo l’1,8% di cittadini non occupati ha invece potuto contrarre un mutuo, probabilmente dietro garanzia di un parente meglio posizionato dal punto di vista dell’impiego.

Di pari passo, e nonostante gli spread bancari in calo, l’Ufficio studi di Mutui.it sottolinea un calo nell’erogazione del credito alle famiglie: nell’ottobre 2013 la somma media ottenuta per comprare casa si è fermata a 117.000 euro, sullo sfondo di una domanda di mutui ancora timida. Da aprile ad ottobre si è ridotto infatti del 7% il valore medio richiesto (e del 4% quello erogato). Non solo: anche il valore della casa da comprare si è rimpicciolito del 5%, segno che gli italiani hanno dovuto tagliare le proprie ambizioni residenziali per rientrare nelle possibilità di finanziamento. Questo è il retroscena del dato, pur positivo, della minor differenza tra gli importi chiesti e quelli erogati, scesa in sei mesi dall’8 al 5%.

Certo è che il livello di occupazione avrà un peso sempre crescente nella possibile ripresa delle erogazioni di mutui. Sono infatti i fortunati lavoratori a tempo indeterminato ad ottenere credito, nella maggioranza dei casi. Per quanto riguarda i lavoratori a partita Iva, secondo uno studio di Mutui.it e Facile.it, solo il 5,3% riesce ad accedere ad un finanziamento per l’acquisto o la ristrutturazione di una casa. Nel caso dei precari, la percentuale si ferma al 2,7%, e solo dietro garanzia di un parente meglio posizionato dal punto di vista dell’impiego.

26 February 2014 di Floriana Liuni

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