La sospensione dell'Imu? Solo un palliativo al crollo dei mutui
27 mag 2013 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
La sospensione nel pagamento della rata Imu dunque è cosa fatta. Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il decreto con cui ordina la sospensione, fino al 16 settembre, della prima rata Imu sulla prima casa. Sospensione che include prima casa (e relative pertinenze), immobili residenziali che siano stati concessi a famiglie disagiate (ma utilizzati come abitazioni principali), case popolari (anch'esse utilizzate come abitazioni principali).
Sono esclusi dalla sospensione dell'Imu gli immobili signorili e quelli di pregio, ville, castelli, terreni agricoli e fabbricati rurali. Insomma, la boccata d'ossigeno per i proprietari c'è, visto che la discussa tassa sugli immobili è stata sospesa e tale sospensione rientra all'interno di una riforma fiscale che presenta parecchi punti oscuri, da mettere a punto entro agosto. Primo fra tutti, la decisione su cosa ne sarà di questa benedetta Imu, dal momento che la sospensione è solo un primo passo: tecnicamente l'imposta non è stata abolita, e il pagamento della rata è stato solo differito ad altra data. Se infatti non sarà realizzata entro il 31 agosto la tanto attesa riforma della tassazione sulla casa, il 16 settembre verrà richiesto il pagamento della rata di giugno.
A conti fatti, dunque, la sospensione della rata dell'Imu è una buona notizia per i proprietari di prime case ma non li legittima a cantar vittoria: non a caso il Codacons mette in guardia i consumatori attestando che sono ancora tanti i passi che andranno compiuti se si vuole consentire alle famiglie di recuperare almeno parte del potere d'acquisto che le stesse hanno perso in questi anni di crisi. Una crisi che ha colpito e continua a colpire pesantemente il settore dei mutui. Secondo i dati pubblicati nei giorni scorsi da Unimpresa, ottenuti rielaborando le statistiche di Bankitalia con ci vengono confrontate le cifre del marzo 2013 con quelle di dodici mesi prima, le famiglie italiane, per colpa del credit crunch hanno ottenuto a marzo 8,6 miliardi di meno rispetto a un anno prima. Scende il credito al consumo (-3,7 miliardi di euro, pari a un -6%) e diminuiscono di brutto anche i mutui che in un anno perdono 3 miliardi di euro, più o meno l'1% rispetto all'anno passato.
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