Gli immobili in classe F e G scendono sotto il 50%
22 ott 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Per la prima volta, gli immobili in classe F e G scendono
Le prestazioni energetiche degli edifici italiani sono al centro della 5a edizione del Rapporto redatto da Enea e Comitato termotecnico italiano energia e ambiente (Cti). Ebbene, secondo il report scende per la prima volta sotto il 50% la percentuale di immobili certificati nelle classi F e G pur sottolineando “il significativo miglioramento delle prestazioni energetiche già evidenziato nel 2022 continua nel 2023, con la riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G (-6,3%), in particolare in favore di quelle A4-B (+5,2%)”. I dati dell'edizione 2023, pur non impattando in maniera diretta sui mutui prima casa, per esempio, descrivono lo stato attuale degli immobili certificati al 2023 attraverso un’analisi del campione di attestati di prestazione energetica (Ape) inviati nell’anno di riferimento dalle Regioni e dalle Province autonome.
Il report 2024
In questa nuova edizione del Rapporto Enea-Cti, il certificatore energetico fornisce la sua visione sul processo (fondamentale) che porta alla redazione dell’Ape. “L’edizione 2024 del Rapporto - scrivono Enea e Cti - si è concentrata anche sui nuovi strumenti e metodi di analisi sviluppati per migliorare la qualità degli Ape, in particolare sulle metodologie di controllo utilizzate dai certificatori, sia durante la fase di predisposizione dell’Ape che in quella successiva. Il Report presenta anche dei focus sul percorso di perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali (Ceu), in funzione del possibile sviluppo del Catasto Unico Nazionale, del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e delle altre applicazioni informatiche predisposte da Enea”.
Prestazione energetica degli immobili
Esaminando la prestazione energetica del parco edilizio certificato nel 2023, il report Enea-Cti evidenzia come “l’analisi degli Ape emessi nel 2023 mostra un miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili italiani certificati”. Nello specifico, “nonostante i risultati evidenzino che una cospicua parte degli Ape ricade nelle classi energetiche meno efficienti, la percentuale di immobili certificati nelle classi F e G scende per la prima volta sotto il 50%. Il significativo miglioramento delle prestazioni energetiche già evidenziato nel 2022 continua nel 2023, con la riduzione della percentuale di immobili nelle classi energetiche F e G (-6,3%), in particolare in favore di quelle A4-B (+5,2%)”.
Classi energetiche
Il report precisa che, nel 2023, sono stati registrati sul Siape 1,1 milioni di Ape, “di cui la quota più consistente è stata emessa in Lombardia (21,7%), con a seguire Piemonte (9,2%), Veneto (8,7%), Emilia-Romagna (8,5%) e Lazio (8,3%)”. Nel confermare il miglioramento delle prestazioni energetiche, il “Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici-Annualità 2024” evidenzia un incremento di circa il 6% delle classi energetiche più efficienti (A4-B) rispetto al 2022, ma anche la crescita della percentuale di Ape emessi conseguenti a riqualificazioni energetiche e ristrutturazioni importanti, che rappresentano rispettivamente il 7,9% e il 6,4% (+2,3% e +2,4% nel confronto con il 2022). Un fatto “confermato anche dagli attestati collegati a passaggi di proprietà e locazioni che risultano in calo rispetto al 2022 (-5,3%), pur continuando a rappresentare il 54,2% del campione analizzato”.
Risultati ottenuti sono significativi
“Il rapporto di quest’anno - scrive nella prefazione il presidente Enea, Gilberto Dialuce - mette in evidenza i significativi risultati ottenuti, grazie anche all’adozione di incentivi fiscali come i bonus edilizi, che hanno stimolato interventi di efficientamento energetico su larga scala. Tuttavia, vi sono ancora margini di miglioramento: accelerare la riqualificazione degli edifici meno efficienti e garantire un’accessibilità più ampia agli strumenti di incentivazione sono sfide che richiedono uno sforzo congiunto e continuativo. In tale contesto, il monitoraggio costante e il perfezionamento della normativa rimangono prioritari”.
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