Mercato immobiliare: le previsioni di Bankitalia
17 mar 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Forte disallineamento tra domanda e offerta
Segnali di debolezza sul mercato immobiliare. Nel quarto trimestre del 2022, la percentuale di agenzie che hanno venduto almeno un'abitazione è salita all'87,8%, il massimo da quando Banca d'Italia ha iniziato a tracciare questo dato, nel 2009. Eppure, dietro questo rilievo senza dubbio positivo, il sondaggio eseguito su 1.446 agenzie, ha evidenziato alcune crepe.
Prezzi attesi in calo
Torna in negativo, per la prima volta da metà 2021, il saldo dei “giudizi” sui prezzi. In altre parole, gli agenti che prevedono un calo dei prezzi sono di più rispetto a quelli che stimano un rincaro. La grande maggioranza, due operatori su tre, continua a pensare che i prezzi rimarranno costanti.
Ma le attese di calo sono comunque un segnale da non sottovalutare, come sottolinea il rapporto di Bankitalia: “Le prospettive sulla situazione del mercato immobiliare rimangono sfavorevoli, anche con riferimento a un orizzonte biennale. Secondo una larga maggioranza degli agenti, nei prossimi dodici mesi l'andamento dell'inflazione al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita”.
“Sconto” e tempi di vendita
Quello dei prezzi non è il solo segnale grigio. “Più della metà degli agenti - spiega il rapporto - indica come causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere il valore delle offerte ricevute ritenuto troppo basso dal venditore o i prezzi richiesti giudicati troppo elevati dai compratori”.
In altre parole, c'è un disallineamento tra domanda e offerta, confermato anche dalla crescita dello sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali. È dell'8,8%, in aumento per il secondo trimestre consecutivo. Si dilatano anche i tempi di vendita, tornati sopra i sei mesi.
L'impatto sui mutui
Le crepe si trasferiscono anche sul mercato dei mutui. Resta alto - al 77% - l'LTV, il rapporto tra ammontare del prestito e valore dell'immobile. Ma a preoccupare è un altro dato: il 28,2% degli operatori (con un aumento di 3,3 punti percentuali) ha segnalato difficoltà nel reperire il mutuo da parte degli acquirenti.
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