Affitti brevi, in regola solo 1 immobile su 12
3 gen 2025 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Da mesi è in corso una progressiva regolamentazione degli affitti brevi. Oltre al recente divieto di self check-in per questioni di sicurezza, da gennaio inizia una nuova fase per il Cin, il Codice identificativo nazionale. Già oggi le strutture ricettive sono obbligate a esporlo, ma dal prossimo gennaio saranno anche punibili in caso di omissione, con sanzioni da un minimo di 800 a un massimo di 8.000 euro.
Cin in ritardo
La Fondazione Isscon e l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con il contributo del Sunia, hanno realizzato uno studio per capire quante strutture sono già in regola. La risposta è: poche. Al momento dell’indagine, lo scorso novembre, su quasi 1000 immobili monitorati in 10 città campione, gestiti sia da host privati che da professionisti, solo il 52% si era già dotato del Cin.
Guardando la distribuzione territoriale delle irregolarità, i dati peggiori si rilevano a Napoli, dove solo per il 32% degli immobili in affitto breve è stato richiesto e ottenuto il Codice identificativo nazionale. A seguire, nella classifica delle negatività ci sono Firenze (37%), Bologna (48%) e Torino (51%). Poco distanti Alghero (53%), Roma (54%), Venezia (57%). Chiudono la classifica Lecce e Catania con il 60% e Milano: il capoluogo lombardo è quello che ha il miglior dato, con il 67% dei Cin rilasciati.
Mancanza di sicurezza
Sul piano della sicurezza la situazione è ancora peggiore: gli immobili in regola contemporaneamente sia con il Cin che con tutti e tre gli elementi di sicurezza sono solo l’8,5%, cioè soltanto 1 su 12.
La condizione peggiore, tra le dieci città che abbiamo misurato, è quella di Torino, dove è pienamente in regola appena il 2,2% degli immobili in affitto breve, seguita da Bologna, Napoli e Firenze, con il 5,6%. Catania registra il 6,7%, Lecce il 7,8% e Venezia il 10%. Milano registra il 17,7% e Roma il 19%, il miglior dato in assoluto, seppur in un quadro complessivamente negativo.
“Situazione gravissima”
Secondo Federconsumatori, la situazione è “gravissima”: “È necessario – spiega l’associazione - ripensare un modello turistico che limiti il fenomeno dell’overtourism che sta snaturando le nostre città”.
La regolamentazione, infatti, ha due scopi principali. Se da una parte punta a bilanciare i vincoli tra affitti brevi e strutture ricettive tradizionali, dall’altra prova ad attutire le distorsioni del mercato immobiliare nelle aree turistiche, dove i canoni sono in aumento, i prezzi lievitano e i mutui non sono più destinati a case da abitare ma ad appartamenti da affittare.
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