Mutui e separazioni: chi paga le rate residue?
Cosa succede al mutuo quando la coppia “scoppia”? La questione non riguarda solo il caso in cui i coniugi sono uniti da matrimonio, ma a seguito della legge Cirinnà (legge n. 76/2016) interessa anche le unioni civili tra persone dello stesso sesso e le convivenze di fatto. Naturalmente non esiste una regola standard per la risoluzione della crisi, anche dal punto di vista degli aspetti economici. Per delineare il destino del mutuo, tipicamente acceso per l’acquisto dell’abitazione familiare, è necessario valutare caso per caso diversi elementi, quali per esempio la cointestazione o meno del finanziamento, l'eventuale comproprietà dell’immobile, la presenza di figli, l’esistenza di garanti, etc..
Vi sono però alcune certezze. Una è quella che il contratto di mutuo è indipendente e autonomo rispetto alle vicende sentimentali del mutuatari. Pertanto, la banca manterrà sempre il diritto di vedersi rimborsato il finanziamento erogato da parte dei soggetti che hanno sottoscritto il prestito. Per i principi di affidamento e di certezza del diritto, i coniugi, come peraltro nemmeno il giudice potrebbe fare, non possono modificare le condizioni stipulate nell’atto di mutuo. In caso di inadempimento, perciò, l’istituto di credito potrà attivare le ordinarie procedure di aggressione patrimoniale dei debitori, che conducono in ultima istanza alla vendita all’asta dell’immobile gravato di ipoteca.
La normativa del codice civile, come declinata e interpretata nel corso degli anni dalla giurisprudenza, offre però diverse alternative a disposizione dei “separandi”. Ovviamente se la fine della relazione è decisa di comune accordo anche le conseguenti scelte dovrebbero essere più semplici. Con la separazione consensuale i coniugi possono mettersi d’accordo circa la soluzione da adottare: il mutuo può continuare a restare cointestato, senza quindi necessità di alcuna modifica. Ciò può impattare sulla determinazione dell’assegno di mantenimento a favore della parte economicamente più debole (si pensi a caso del marito che prosegue a pagare il mutuo con la ex moglie, la quale continua a risiedere nella casa coniugale insieme ai figli). Oppure uno dei due può accollarsi la quota dell’ex partner, acquistando al contempo la piena proprietà dell’immobile. È opportuno precisare tuttavia che il passaggio da due mutuatari a uno solo prevede comunque la modifica del contratto in essere con la banca, che dovrà quindi dare il proprio consenso alla variazione (richiedendo opportune garanzie, dato che da quel momento in poi non potrà più rivalersi sulla parte che esce dal finanziamento). È possibile anche trovare un’intesa sulla restituzione delle rate già versate dal coniuge uscente. Un’ulteriore opzione a disposizione dei “quasi ex” è infine quella di vendere l’immobile e utilizzare il ricavato, in proporzione alle quote di proprietà, per estinguere anticipatamente il mutuo.
Quali che siano le volontà, l’elemento determinante è il consenso tra i due soggetti: a fronte di ciò, il giudice non dovrà far altro che omologare l’accordo di separazione, se non intravede misure che ritiene contrarie all’interesse degli eventuali figli (e sempre che la banca non si opponga all’accollo, perché magari non ritiene solvibile la parte che rimane come unica intestataria).
Ben diversa la situazione che si verifica quando l’accordo sulla fine della relazione manca, in tutto o in parte, ed è necessario rivolgersi al tribunale per avviare la causa di separazione giudiziale. Qui è il giudice che deve decidere le sorti della coppia, anche sotto il profilo economico, individuando pure l’eventuale responsabilità della parte a cui è imputabile la fine della relazione (separazione con addebito). La presenza di figli minorenni incide notevolmente sulle determinazioni, dal momento che il godimento della casa familiare è attribuito tenendo prioritariamente conto del loro interesse. Così come sono decisive la situazione reddituale e patrimoniale dei due soggetti, le spese fisse e le prospettive lavorative: alla luce di tutte le circostanze, il giudice può imporre il pagamento dell’assegno di mantenimento a favore del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, qualora egli non abbia adeguati redditi propri. In tale ottica, continuare a pagare le rate del mutuo gravante sulla casa familiare può costituire una forma di corresponsione degli importi stabiliti, riducendo quindi la somma materialmente dovuta all’ex.
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Commenti
Purtroppo con il mio compagno ci stiamo separando. Lui si terrà la casa che abbiamo comprato a metà nel 2014 e si accollerà anche la mia metà di mutuo. La banca ha negato l'operazione e vuole che io rimanga come garante. Può farlo?
RispondiGentile Chiara, come evidenziato nell'articolo, il passaggio da due mutuatari a uno prevede necessariamente il consenso della banca, trattandosi di un contratto di diritto privato sul quale nemmeno la pronuncia del giudice può intervenire senza il consenso delle parti. Solitamente le banche cercano di tutelarsi il più possibile contro l’ipotesi del mancato rimborso del prestito. Pertanto, qualora l’istituto non ritenesse sufficienti le garanzie fornite dal suo ex compagno, può richiedere che lei rimanga come garante. In alternativa la banca può concedere l’assenso all'accollo, ma con carattere cumulativo (ossia l’accollato resta obbligato in solido) e non liberatorio.
RispondiIo e mio marito ci stiamo separando. Io sono rimasta nella casa di cui paghiamo il mutuo con i figli e lui abita nella casa di proprietà con la madre. Al momento mi passa ogni mese metà rata, ma lui preferirebbe vendere. Io no. Può rifiutarsi di contribuire al pagamento del mutuo? Grazie
RispondiSeparazione e divorzio non modificano a monte le vicende legate al contratto di mutuo; spesso è nell'accordo di separazione che il giudice stabilisce come devono essere ripartiti gli oneri. Dal quesito, cara Elisa, posso immaginare che siate rimasti d’accordo di condividere le spese del mutuo di quella che è la casa familiare. Se non si dovessero pagare le rate, la banca potrebbe procedere come per qualunque debito insoluto e quindi arrivare in ultima istanza al pignoramento e alla vendita dell’immobile. Se il marito ha cambiato idea sulla sostenibilità della rata e delle vicende legate alla casa familiare, il terreno sul quale confrontarsi è nuovamente di fronte al giudice per una ridiscussione e rideterminazione degli accordi di separazione.
RispondiBuongiorno, sono in fase di separazione giudiziale da mia moglie. La moglie ha lasciato nel marzo 2017 la casa coniugale ed è andata a vivere in un altro paese, probabilmente con un altro uomo. Il giudice durante la fase preliminare, dopo aver interpellato i figli, ha affidato a me di stare nella casa coniugale con i nostri due figli che sono maggiorenni (20 e 23 anni). La casa è intestata ad entrambi in regime di comunione dei beni e abbiamo ancora 5 anni e mezzo di residuo mutuo da pagare. La rata mensile è di circa 540 euro. L'ex moglie non paga la sua quota di mutuo da più di 3 anni (38 mesi per l'esattezza), in quanto 7 mesi prima di andarsene da casa aveva aperto un nuovo conto corrente a mia insaputa con un'altra banca e versava il suo stipendio direttamente su quel nuovo conto intestato solo a lei. Quindi dal settembre 2016 le rate del mutuo gravano interamente su di me. Siccome da circa 2 mesi i miei due figli hanno incrementato il loro stipendio e percepiscono rispettivamente €1.000 e €1.250, la moglie ha chiesto la revoca dell'assegnazione della casa al giudice. Ora il giudice si pronuncerà in merito, ma sicuramente se mi verrà revocata l'assegnazione mia moglie avrà titolo per chiedermi una quota per l'occupazione del suolo senza titolo. Ora in attesa dello scioglimento della riserva da parte del giudice, quali possibilità ho io per fare fronte al mancato pagamento delle rate del mutuo dal parte di mia moglie? 1) Ho facoltà di chiedere al giudice di scrivere nell'atto di separazione una clausola che dice che in una eventuale vendita dell'immobile la somma degli importi non versati da mia ex-moglie relativi al mutuo ed alle spese straordinarie gravanti sull'immobile venga detratto dalla sua spettanza del 50%? 2) Nell'ipotesi di poter acquistare la sua quota di proprietà diventando io l'unico proprietario e chiaramente detraendo l'ammontare non versato (mutuo + spese straordinarie) da parte di mia moglie, può il giudice imporle o forzarla ad accettare una tale ipotesi ? 3) Nell'ipotesi che io voglia mettere in vendita l'immobile, chiaramente sempre detraendo l'ammontare non versato (mutuo + spese straordinarie) da parte di mia moglie, può il giudice imporle o forzarla ad accettare una tale ipotesi anche in suo disaccordo? 4) Quali altre soluzioni ci sono per fare in modo che tutti questi soldi che sto versando per lei non vadano persi? Grazie per un sua cortese risposta.
RispondiHo un mutuo cointestato; posso ottenere un mutuo per riscattare dal coniuge la sua quota di casa? Grazie.
RispondiLe ipotesi che ha illustrato mi pare tocchino effettivamente le soluzioni che le si possono presentare e implicitamente anche lei ha fornito risposta. Sarà il giudice a stabilire nella decisione ciò che egli stesso ritiene più soddisfacente per la vostra situazione. Lei manifesti le opzioni e la strada che ritiene più agevole con reciproca soddisfazione di tutti, magari confrontandosi con un legale di sua fiducia data la complessità della situazione; senz'altro, facendo presente il mancato pagamento delle rate, il giudice ne terrà conto nello scomputo dei ristorni tra voi. Buona fortuna.
RispondiLa scelta spetta alla banca; in linea teorica potrebbe riconoscerlo, ma non per tutto l’importo. In generale riconosce fino all’80% del valore, ma potrebbero esserci istituti che concedono fino al 100%; per questo dovrebbe consultare un po’ di offerte o fare delle simulazioni sulla pagina di Mutui.it.
RispondiSalve, io e mio marito ci stiamo separando. La casa è di mia proprietà, ma il mutuo è cointestato. Mio marito pretende che, una volta estinto il mutuo, se io volessi vendere la casa, lui vorrebbe metà del ricavato. Può farlo?
RispondiGli accordi di separazione dovranno avere il via libera da parte del giudice e si dovrebbe cercare di trovare un accordo tra le parti. Potreste trovare la soluzione in cui lei subentri anche al pagamento delle rate del mutuo; se così non fosse e suo marito continuerà a pagare e versare le rate del mutuo, quelle potrebbero essere scomputate dalla voce dell’assegno di mantenimento deciso dal giudice. In caso di vendita è lecito che suo marito chieda di essere ristorato dei soldi spesi per il pagamento del mutuo.
RispondiSalve, mi sto separando dalla mia compagna; la casa è intestata a lei, mentre il mutuo è cointestato. Da quando abbiamo acceso il mutuo nel 2012, le rate le ho sempre pagate io dal mio conto cointestato dove però veniva erogato solo il mio stipendio; lei sosteneva il costo delle bollette e delle spese di casa e dei figli. Cosa mi aspetta legalmente ora che mi ha sbattuto fuori di casa? Grazie.
RispondiCaro Fabio, se non riuscite a trovare un accordo pacifico, se il mutuo è cointestato e anche il conto, lei è tenuto a continuare a pagare; potrebbe rivolgersi a un legale per rifare il calcolo degli apporti sul conto di quanto versava lei e di quanto versava sua moglie. Al momento le direi che dovreste ridefinire gli accordi proponendo a sua moglie l’accollo della sua quota di mutuo, tutte procedure per cui comunque c’è da fare iter dal notaio e spese per gli atti.
RispondiBuonasera, io e il mio compagno ci stiamo separando (non abbiamo figli e non siamo sposati). Abbiamo il mutuo cointestato e lui rileva la mia parte perché la casa la tiene lui. Quanti soldi mi deve dare per la mia uscita? Che conteggi devo fare per capire se mi deve dare qualcosa? Grazie.
RispondiBuonasera, mi sono separata da mio marito e il mutuo è cointestato. Lui si rifiuta di pagare la sua quota nonostante sia stato stabilito dalla consensuale ed io pago la mia quota e vivo con due figli minori nella casa familiare. Come posso tutelarmi? Grazie.
RispondiCara Francesca, si farà un calcolo sulla base delle rate versate e di eventuali interessi maturati.
RispondiPurtroppo, cara Tiziana, in caso di disaccordo nel pagamento delle rate dovrà far presente la situazione al giudice per una rivalutazione della posizione e procedere anche con un decreto ingiuntivo per il recupero delle rate non pagate.
RispondiBuongiorno, sono separata da 4 anni e mezzo; io e il mio ex marito abbiamo la casa e il mutuo cointestati. Lui è titolare del conto corrente bancario perché ha sempre percepito lo stipendio. Adesso è in pensione, ha la sua casa di proprietà (lascito dei genitori) fuori regione e per problemi suoi di salute è tornato nella casa coniugale con prepotenza e non vuole andare via e non mi passa gli alimenti; chi dei due ha diritto a restare nella casa coniugale e pagare il mutuo? Finora ho sempre pagato io le bollette facendo dei lavoretti ad ore. Grazie.
RispondiCara Filomena, dipende da come sono stati gli accordi di divorzio che non sono eterni e si possono comunque sempre modificare al mutare delle proprie condizioni. Da quello che leggo se non avete figli la casa coniugale, in quanto cointestata come il mutuo, può essere assegnata a lei o a suo marito a seconda di quali condizioni il giudice consideri prioritarie. Si tratterebbe dunque di ritornare davanti a un tribunale per rivalutare e modificare le condizioni economiche di mantenimento e quelle ad esse relative; provate a percorrere la strada di una conciliazione comune delle vostre diverse ragioni.
RispondiBuonasera, mi sto separando da mio marito. Abbiamo un appartamento per metà ciascuno acquistato 2 anni fa. Il prezzo d'acquisto era di 150 mila euro saldato per 110 mila euro con mezzi personali (di cui 70 mila li ho messo io e 40 mila mio marito); i restanti 40 mila euro li abbiamo suddivisi in 4 rate annuali da 10 mila ciascuna, di cui 2 pagate con addebito sul conto personale di mio marito , il quale vuole che le restanti 2 rate vengano pagate da me. Vorrei sapere se ciò è possibile e se posso rivalermi nel fatto che ho versato nell'acquisto 30 mila euro in più di lui (siamo in separazione di beni). Grazie.
RispondiCara Gina, potreste trovare un accordo tra voi a compensazione delle rate pagate, formalizzandolo negli accordi di separazione.
RispondiBuongiorno, mio figlio è in fase di separazione e paga un mutuo per una casa (mai abitata) della moglie acquistata anni prima del matrimonio. Il mutuo viene pagato da un conto cointestato dove c'è solo l'accredito dello stipendio di mio figlio; può non pagare più e chiedere la revoca dell'addebito? Grazie.
RispondiCara Linda, nel quesito non si comprende a chi il mutuo è intestato, specificando soltanto quale sia il conto dal quale la banca attinge la liquidità del pagamento. Se il mutuo non è intestato al figlio potrebbe chiudere il conto cointestato. Altrimenti negli accordi di separazione dovrà essere affrontata la questione del pagamento del mutuo
RispondiBuongiorno, io e mia moglie siamo ai ferri corti. Il mutuo è intestato a lei, mentre la casa è in separazione dei beni. Io ho fatto da garante per il mutuo, essendo che mia moglie ai tempi non lavorava. In caso di separazione, chi pagherebbe il mutuo, visto che è intestato tutto a lei, ma la banca preleva la rata dal conto che abbiamo in comune? Grazie.
RispondiCaro Antonio, se il mutuo è intestato a sua moglie e, dagli accordi di separazione si lascia la situazione come è, continuerà a pagare sua moglie le rate. Non si comprende bene chi è proprietario dell’immobile, se sua moglie per l’intero o entrambi per il 50%. Negli accordi di separazione lei può sempre subentrare nel mutuo con la procedura dell’accollo con conseguente trasferimento di proprietà. O viceversa, se sua moglie è interessata a mantenere proprietà della casa e del mutuo, si possono regolamentare davanti al notaio o al giudice negli accordi di separazione i diversi passaggi di proprietà con la possibilità di vedere liquidata da parte di sua moglie gli apporti di soldi eventualmente immessi nell’acquisto della casa. La banca preleva i soldi dal conto che è stato indicato e anche in quel caso, se si dovesse chiudere il conto cointestato, si può modificare il conto da cui pagare il mutuo. Situazione più complessa quella del garante mutuo in quanto la banca con molta difficoltà acconsente a modificare chi fa da garante. Sono dunque molti gli aspetti da valutare nella decisione.
RispondiBuongiorno, io e mio marito ci stiamo separando; una casa è senza mutuo, ma abbiamo anche un box con finanziamento di tre anni e una casa più piccola nella stessa città con un mutuo per ancora 12 anni, casa dove lui andrebbe a vivere. I mutui sono tutti intestati a lui, mentre le case ad entrambi perché io ho un reddito più basso. Adesso lui, andando a vivere nella casa con il mutuo, vuole che gli pago la metà del mutuo. Io resto con i miei figli in quella più grande, sono obbligata a dargli la metà anche se ci vive lui? Devo pagargli anche la meta del box. Io guadagno 5OO euro, mentre lui è un dipendente statale delle ferrovie che arriva a 3.000 euro. Grazie.
RispondiCara Claudia, gli accordi di separazione saranno discussi tra lei e suo marito e stabiliti davanti ad un giudice. In quel caso potrete andare a discutere i vari oneri e intestazioni di proprietà per arrivare a una soluzione che tenga conto di rispettivi redditi, patrimonio e benessere, e mantenimento dei figli. Se lui si trasferisce nella seconda casa potrebbe diventare sua prima abitazione potendo usufruire di sgravi fiscali e forse vedere alleggerite le spese legate al mutuo.
RispondiBuongiorno, io e mio marito abbiamo una casa cointestata e un mutuo da pagare. Ci stiamo separando, io sono rimasta a casa con i bambini piccoli, mentre lui è andato altrove. Lui ha versato una somma di anticipo all'atto della vendita, mentre io pago regolarmente il mutuo da sola. Come si stabilisce la divisione equa per poter essere l'unica proprietaria della casa? Lo liquido con i soldi da lui anticipati o devo dividere il valore dell'immobile e dargli la metà? Grazie.
RispondiCara Giulia, sta a voi raggiungere un’intesa che vi metta al riparo da contestazioni future. Se lui è d’accordo la prima soluzione prospettata dovrebbe essere quella del buon senso in quanto l’onere finanziario maggiore ricade su di lei che comunque continua a pagare il mutuo. Sulla carta resta una proprietà al 50% che tramite questo accordo lui cederebbe dietro il pagamento di un corrispettivo che stabilirete entrambi.
RispondiBuonasera, mi sto separando a causa del tradimento di mia moglie. La casa è intestata a me e siamo in regime di separazione dei beni; per i suoi tradimenti posso ottenere l'assegnazione della casa e dei figli? Grazie.
RispondiCaro Carlo, avete scelto la strada della separazione giudiziale e quindi vi state rivolgendo a un giudice che dovrà stabilire, tra l’altro, l’addebito cioè a chi va la responsabilità della separazione. Questa specifica responsabilità comporta che non ci siano diritti di successione per il coniuge a cui va riconosciuto l’addebito né tantomeno l’assegno di mantenimento. Il tradimento di sua moglie dovrà essere dimostrato in tribunale e il giudice dovrà riconoscerlo cioè stabilire che senza il tradimento il matrimonio sarebbe continuato. Sulle procedure e le modalità di fornire prova e conseguenza della pronuncia di addebito, un legale potrà darle tutte le informazioni in maniera più dettagliata e precisa di me. Venendo alla questione casa e collocamento dei figli, in una procedura con addebito non è detto che il tradimento sia motivo per cui venga assegnato a lei esclusivamente i figli. Il giudice in merito valuterà una decisione a sé che tenga conto in primo luogo del benessere dei minori; stesso discorso per la casa coniugale dove collocare i figli. L’addebito non esclude dalla possibilità di vedere assegnata a sua moglie sia la casa sia l’assegnazione esclusiva dei figli (posto che i giudici tendono, laddove ci siano le condizioni, a stabilire un affido condiviso dei figli). L’addebito ricapitolando se riconosciuto ha riflessi sull’assegno di mantenimento e sui diritti di successione.
RispondiBuonasera, il mio compagno è divorziato legalmente da circa 2 anni. Relazione terminata civilmente, nessun figlio. Lui è intestatario del mutuo, conto cointestato con lei. Nella casa lui non ha mai vissuto in quanto ci vive ancora la sua ex moglie, visto che si parla dello stabile della sua famiglia. Il mio compagno vive in un'altra regione. Lei ha un'attività con partita Iva, tant'è che provvisoriamente avevano trovato un accordo, considerando che la ex moglie vive e ha preso pienamente possesso dell'appartamento: avevano deciso che a pagar le rate dal conto cointestato avrebbe provveduto lei stessa. C'è però un problema, lui adesso vorrebbe chiedere un mutuo per acquistare casa qua, ma si trova legato ad un mutuo intestato a lui, di una casa di cui non è beneficiario. Non c'è alcun legame con la ex poiché comunque sono divorziati e cosa peggiore pende un'ipoteca nella casa dei genitori del mio compagno. Lei non vuole accollarsi il mutuo, continua per cui ad utilizzare il prestanome del mio compagno, impedendo così a lui di cancellare sia l'ipoteca sulla casa dei genitori ma soprattutto di chiedere un nuovo mutuo per comprare casa nella regione in cui vive con me. La banca approfitta del fatto che l'intestatario, ovvero il mio compagno, sia un lavoratore statale, mentre lei (autonoma) ha una partita Iva con un centro estetico attivo con cui fattura e fa la bella vita. Come ci si può sbarazzare da questo legame bancario? Possibile che nonostante ci sia un divorzio effettivo possano ancora approfittare della posizione lavorativa del mio compagno nonostante non viva più da anni e non abbia mai goduto di quella casa? Come possiamo far accollare il mutuo all'ex moglie in questo caso? In attesa di un suo riscontro la ringrazio in anticipo per la sua disponibilità.
RispondiCara Valentina, è possibile se nel contratto di divorzio non è stato affrontata la divisione del mutuo e del diritto all’abitazione nella casa familiare. Le suggerisco di rivolgersi a un esperto in quanto è possibile modificare il mutuo originario facendo un subentro nella titolarità del mutuo e della casa della signora a pieno titolo e diritto. O tramite un accollo si possono sistemare i dare e avere sulle rate del mutuo. Deve esserci, però, l’accordo di entrambe le parti a trovare una soluzione altrimenti temo sia necessario riaprire gli accordi di divorzio davanti al giudice.
RispondiBuongiorno, mi sto separando in modo consensuale da mio marito. Abbiamo 2 figli minori e un mutuo ipotecario cointestato. Vorremmo intestare per intero a me l'immobile (giunto ormai ai 2/3 della restituzione) e mantenere lui come garante (in quanto il mio reddito è molto modesto, mentre mio marito ha un posto fisso) scalando tale cifra dall'assegno di mantenimento. È possibile? Grazie.
RispondiCara Cristina, non ho capito se nel momento in cui modificate l’intestatario dell’immobile intendete anche modificare l’intestazione del mutuo che al momento è al 50%; se così fosse si tratterebbe di rivedere il contratto per intero e si potrebbe pensare alla procedura dell’accollo tramite il subentro della signora per la parte del mutuo del marito. In questo caso si salverebbe anche la condizione dello sgravio fiscale del 19% degli interessi passivi delle rate. Se al contrario si mantiene il mutuo cointestato e si modifica la proprietà, gli interessi risulterebbero sgravabili solo per il 50% per la parte della signora e non più del marito che non sarebbe più proprietario.
RispondiBuonasera, mio fratello ha stipulato un contratto di mutuo a suo nome per l'acquisto della casa familiare. La casa è intestata a lui, tra i coniugi vige il regime della separazione dei beni. L'unica cosa è che le rate del mutuo sono pagate da un conto corrente cointestato a lui e alla moglie. In caso di separazione giudiziale la moglie può chiedere la restituzione della metà delle rate pagate fino ad oggi con il conto corrente cointestato? Grazie.
RispondiSalve, io e mio marito siamo in via di separazione. Abbiamo contratto un mutuo regionale quindi con vincolo di 5 anni sulla vendita. Sono passati 4 anni, è possibile procedere con la separazione consensuale e poi divorzio rapido o è vincolante per 5 anni pure quello? Grazie.
RispondiCara Isabella, in teoria si, in pratica se dovesse succedere un evento del genere si potrebbe chiedere alla banca di fare i calcoli sul conto per verificare gli apporti dati da ciascun coniuge e la divisione di quanto affluito per pagare le rate. Se esiste questa possibilità converrebbe destinare al pagamento del mutuo un conto a suo nome.
RispondiCara Federica, non penso che la separazione sia elemento bloccante al mutuo. Una volta avvenuta la dichiarazione della separazione comunque occorrerà aspettare i cinque anni del mutuo per la vendita.
RispondiBuongiorno, ho una figlia che convive con un compagno; la casa è a lei intestata e lo stesso del mutuo dove lui è garante. Hanno una figlia minore di sei anni. Visto che sulla casa sono state fatte spese di ristrutturazione, pagate da entrambi, in caso di separazione mia figlia deve rimborsare al compagno le spese da lui sostenute? Grazie.
RispondiCaro Vanni, nel caso in cui si arrivi a una separazione, sarà il giudice o il comune accordo delle parti a decidere la ripartenza delle reciproche spese; non ci sono regole essendo spese sostenute da entrambi nel momento in cui c’è comunanza di visione della vita familiare a vantaggio di tutti e anche della minore. Dipende da tanti fattori, uno per tutti a chi eventualmente dovesse essere assegnata la casa familiare; di solito se c’è un minore si affida l’abitazione al genitore a cui è affidato anche il minore. Gli accordi sul dare avere sono poi complementari.
RispondiBuongiorno, io e il mio compagno ci stiamo separando. Abbiamo due figlie minorenni ma non abbiamo alcun riconoscimento formale della nostra convivenza. La casa in cui viviamo è cointestata, così come il mutuo, di cui abbiamo pagato finora circa la metà delle rate. Io vorrei continuare a vivere qui continuando a dividere la rata (non posso accollarmela per intero). Lui non vuole sostenere la rata di una casa in cui non vive più e vorrebbe vendere. Quel che resterebbe a me (ho un reddito inferiore al suo) dopo l’estinzione del mutuo non sarebbe sufficiente per acquistare una nuova casa per me e le ragazze (salvo cambiare città). Può costringermi a vendere o comunque rifiutarsi di pagare la sua quota? Grazie.
RispondiBuongiorno, mi sto separando da mia moglie. Abbiamo la casa cointestata, mentre il mutuo è intestato solo a me. Abbiamo tre figli minori. Dato che pago solo io il mutuo, ho proposto di vendere la casa, ma lei non è d'accordo; vuole rimanere in casa con i figli. La mia intenzione è di affittare un'altra casa con i miei figli perché non posso sostenere due mutui. Lei lavora ma con il suo stipendio non riesce a pagare il mutuo. Che consiglio mi date? Grazie.
RispondiCara Rosada, purtroppo la non regolamentazione della convivenza espone al rischio che la situazione sia gestita come una divisione di due proprietari che vanno ognuno per strade diverse. La presenza dei figli dovrebbe dare una maggiore tutela a chi resta con i figli, anche per il diritto all’abitazione. Essendo contitolari del mutuo e comproprietari, se si rifiuta di pagare la sua quota lei può procedere ad azione con decreto ingiuntivo; ma se lui propone la vendita dell’immobile può farlo. Dovreste trovare, per il bene dei figli, un professionista che vi sappia consigliare una separazione che non danneggi anche economicamente i bambini.
RispondiCaro Iassina, bisognerà trovare un accordo davanti al giudice che di solito tende a riconoscere il diritto di restare nella casa di famiglia al genitore a cui affida i figli (solitamente la madre). Lei potrà portare la sua proposta davanti al giudice esponendo le ragioni patrimoniali.
RispondiBuongiorno, io e mia moglie ci stiamo separando e io ho già ricevuto la lettera di separazione facendo presente che mi sarei accollato l'intera somma del mutuo dato che lei andrà in affitto. Adesso però lei vive ancora in casa con me e sulla lettera c'è scritto che se non rispondo entro 15 giorni ha ricevuto mandato che sarà sottoposta la seguente questione alla competente autorità di giustizia; dico che è vero che io mi accollerò la totalità del mutuo dovendo già pagare lei un affitto ma non ritengo giusto scriverlo così presto. Grazie.
RispondiCaro Luigi, se non si riesce a trovare un accordo in via bonaria assistiti da un professionista è il caso di presentare le proprie proposte di regolazione dei rapporti davanti al giudice che deciderà di conseguenza. Non ci sono norme che stabiliscono a chi vada l’onere delle rate del mutuo: il mutuo lo paga l’intestatario del contratto di finanziamento; in caso di separazione possono trovarsi accordi ad esempio di subentro di uno dei due coniugi nella parte di mutuo dell’altro ma andrà tutto regolato preferibilmente per iscritto in modo da avere condizioni e tempi certi.
RispondiBuongiorno, mi sto separando con mio marito legalmente. In realtà siamo separati già da 4 anni; io sono rimasta all'estero, mentre lui è ritornato in Italia con il nostro unico figlio che è diventato maggiorenne quest'anno. Il mio dubbio è: possiamo intestare la casa a nostro figlio, continuando noi a pagare il mutuo come garanti per lui? Grazie.
RispondiCara Rhomina, il mutuo dovrà essere anche intestato a lui ma probabilmente i pagamenti dovranno essere effettuati da un conto del figlio dove voi provvederete a fornire la somma richiesta; se doveste pagare come garanti si innescherebbe comunque uno step per cui vostro figlio potrebbe risultare inadempiente e la banca attiverebbe la procedura di richiesta del mutuo a voi in quanto garanti.
RispondiBuongiorno, il mio ex marito è proprietario dell'appartamento sul quale anni fa abbiamo acceso un mutuo cointestato pagato da un conto cointestato. Lui "risulta" disoccupato e nell'omologa di separazione (più di un anno fa) il giudice ha scritto che io mi impegnavo a pagare tutta la rata del mutuo a condizione che l'ex marito avesse intestato la casa alle figlie minorenni. Ovviamente lui non ha provveduto all'intestazione della casa e le rate del mutuo sono state pagate dal conto cointestato sul quale viene accreditato solo il mio stipendio. Tra l'altro da un po' di tempo lui è andato a vivere in questa casa con la sua compagna e quindi io sto pagando le rate del mutuo di una casa che non è mia ma neanche delle mie figlie. Come devo comportarmi? Posso bloccare le rate del mutuo per il momento? Grazie.
RispondiSalve, io e il mio compagno (non marito) ci stiamo separando e abbiamo acquistato una casa con mutuo e proprietà cointestata. Io ho un Lavoro part-time, non indeterminato. Come funziona se volessi liquidare lui dal mutuo? Grazie.
RispondiCara Maria, se bloccasse le rate del mutuo rischierebbe di innescare procedure di recupero che comunque sarebbero rivolte anche a lei. Considerato che il suo ex risulta inadempiente rispetto alle indicazioni dell'omologa si potrebbe coinvolgere nuovamente il giudice per un riesame della misura e delle condizioni.
RispondiCara Vittoria, bisognerebbe andare dal notaio e rivedere il contratto di mutuo attraverso l'accollo del finanziamento, un atto con cui lei subentra nella totalità del mutuo e si regolano i rapporti monetari in essere tra lei e il suo compagno.
RispondiSalve, da poco mi sono separato e ho una casa cointestata con comunione dei beni e mutuo cointestato. Volevo sapere, sei io nell’acquisto dell’immobile ho versato metà del conio dalla vendita di un appartamento di mia proprietà e ho messo i soldi, posso chiedere che il restante 50% lo paghi la mia ex compagna? Grazie.
RispondiCaro Manuel, in questo caso è bene che vi ritroviate davanti a un esperto se non riuscite a trovare un accordo tra voi considerando quanto è stato versato e da chi; se la casa è in regime di comunione dei beni gli importi versati dai coniugi si considerano come in unica risorsa quindi dovrà valutare se la sua ex compagna è disposta ad accollarsi il restante 50%.
RispondiSalve, ho una convivenza registrata in comune e da un anno abbiamo comprato casa. Ora lui mi ha lasciata e vuole vendere la casa, mentre io sono contraria. Se non vendiamo lui vuole la sua parte economica. Siamo entrambi cointestati nel mutuo anche se viene scalato dal mio conto. Volevo capire se dovrei veramente dargli la sua parte anche se è solo un anno che abbiamo il mutuo, perché io non voglio vendere e vorrei provare a chiedere di rimanere unica intestataria del mutuo. Grazie.
RispondiCara Elena, per quanto il mutuo è scalato dal suo conto ma ai fini giuridici è un mutuo cointestato per quella che mi pare di intendere sia una casa in comproprietà. Potrebbe avviare una contestazione facendo verificare da perito e davanti a un giudice che gli apporti per il pagamento del mutuo sono soltanto i suoi o potrebbe, tramite accollo dal notaio, subentrare al mutuo tentando di arrivare a una soluzione di compromesso con il suo ex ripartendo e calibrando le quote di liquidazione.
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