La spesa per i mutui nei fringe benefit

La Legge di Bilancio 2024 prevede una novità a sostegno del reddito dei lavoratori dipendenti. L’innalzamento, per il solo 2024, della soglia dei fringe benefit da 258 euro attuali ai 2.000 per chi ha figli, 1.000 per gli altri, consentendo di ampliare il perimetro delle spese sostenute dalle aziende per i lavoratori.

Tradotto: sarà possibile includere, perché previsto dalla legge, le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche, acqua, elettricità, gas, spese per gli affitti e per gli interessi sul mutuo prima casa.

Nei fringe benefit anche affitti e mutui

Nel dossier di documentazione del servizio studi del Senato che spiega le singole norme della manovra 2024 si evidenzia che: “L’articolo 6 prevede, limitatamente al periodo d’imposta 2024, una disciplina più favorevole, rispetto a quella stabilita a regime e già più volte interessata da modifiche transitorie, in materia di esclusione dal computo del reddito imponibile del lavoratore dipendente per i beni ceduti e i servizi prestati al lavoratore medesimo (fringe benefit). Il regime transitorio più favorevole consiste: nell’elevamento del limite di esenzione suddetta da 258,23 euro (per ciascun periodo d'imposta) a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico e a 1.000 euro per gli altri lavoratori dipendenti; nell’inclusione nel regime di esenzione (nell’ambito del medesimo unico limite) delle somme erogate o rimborsate al medesimo dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale e delle spese per il contratto di locazione della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Le esenzioni riconosciute ai sensi del regime transitorio in esame concernono anche la base imponibile della contribuzione previdenziale”.

Gli step successivi

Innanzitutto la Legge di Bilancio dovrà essere approvata e la sua entrata in vigore, come da tradizione, è alla fine di dicembre. Sarà, poi, necessaria una specifica indicazione dell’Agenzia delle Entrate che gestisca le disposizioni fiscali per quanto riguarda gli adempimenti e i versamenti da parte dell’azienda in quanto esiste già una disposizione del Testo unico delle imposte sui redditi, l’articolo 51 , lettera b) comma 4, che disciplina un criterio di agevolazione del benefit ai fini dell’imponibile fiscale.

In questo caso si deve assumere la differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento, vigente al termine di ciascun anno, e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi. Inoltre esiste un intervento di prassi dell’Agenzia delle Entrate che richiede al datore di lavoro di versare l’importo sul conto di addebito del prestito nella data in cui la rata è addebitata.

Nell’attesa che si definiscano le prassi attuative è importante sapere che arriva questa possibilità e che nel monte dei benefit, dunque, oltre il rimborso sugli interessi passivi dei mutui, sarà possibile richiedere e verificare con l’azienda la possibilità di rimborso per le utenze. Non vi sono limiti di Isee solo soglie diverse in presenza di figli.

Una boccata d’ossigeno nelle finanze dei lavoratori dipendenti nelle aziende che attuano piani di welfare con i fringe benefit.

21 November 2023 di

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