E il mutuo trovò il tasso negativo

Mutui a tassi sottozero in alcuni paesi europei

In principio è stata la Danimarca, poi la Germania e non è detto che l’idea dei tassi negativi sui mutui non si faccia strada in molti altri paesi dell’Europa. Di cosa stiamo parlando? Di comprare casa con dei tassi dei mutui negativi, restituendo alla fine meno di quello che la banca ha dato in prestito.

A fine agosto è stato un membro del consiglio della Bundesbank, Joachim Wuermeling, in un’intervista al quotidiano Stuttgarter Zeitung, rilanciata dall’agenzia Bloomberg, ad aprire ai mutui per la casa a tassi sottozero, cioè negativi. In buona sostanza, nell’intervista si legge che la Bundesbank non ostacolerà questo tipo di prestiti in quanto li considera possibili. La situazione è avvalorata dalle decisioni della Bce di riattivare un programma di acquisto di titoli di stato se l’inflazione resta al di sotto del 2% per aiutare il mercato.

Il precedente caso è quello della Danimarca. A inizio agosto la banca Jyske Bank ha predisposto un prodotto di mutui a dieci anni con un tasso fisso negativo dello -0,5%, seguita dalla finlandese Nordea che per i clienti danesi ha proposto un mutuo di 20 anni a tasso zero.

Gli effetti sono quelli di ottenere un mutuo ad esempio di 100 mila euro e restituire alla fine 95 mila euro, ma siccome, come si suol dire, il diavolo si annida nei dettagli, non è detto che altre voci del contratto di mutuo possano crescere per portare il conto a somma positiva.

Le banche sono vittime di un improvviso attacco di ingiustificata generosità? Non proprio; al momento per le banche è meno dispendioso valutare prestiti a tassi negativi piuttosto che tenere il proprio denaro nei forzieri della Banca Centrale Europea, dove il margine di interesse è altrettanto negativo minando così i bilanci della banca stessa. Insomma, tra i due mali, per guadagnarci la banca sceglierebbe il minore.

E in Italia? Il 12 settembre il presidente uscente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha lanciato una campagna di interventi (cosiddetto Quantitative easing) per stimolare l’economia e far risalire l’inflazione dell’area Euro. Le banche europee anticipando le mosse di Draghi avevano già portato l’Euribor, l’indice con cui si calcolano gli interessi sui mutui, ad un valore negativo, e il riflesso si è visto sui tassi sui mutui che ora sono vicini allo zero. Le condizioni sono però da intendersi per chi apre nuovi mutui; per i vecchi può essere interessante valutare la cosiddetta surroga, cioè andare in una banca diversa dalla propria e concordare il passaggio del mutuo presso il nuovo istituto, o la rinegoziazione, senza cambiare banca, ma discutendo di un rinnovo del contratto in essere.

Cosa cambia per chi ha già un mutuo in essere lo ha spiegato Ivano Cresto responsabile mutui di Facile.it, arrivando a calcolare un risparmio di circa 500 euro l’anno di interessi per chi sceglie la surroga: «Chi ha un mutuo variabile potrà continuare a godere delle condizioni estremamente favorevoli del mercato per un periodo ancora più lungo di quanto non ci si aspettasse anche solo qualche giorno fa», evidenzia Cresto, «Chi ha un mutuo a tasso fisso, invece, potrebbe approfittare di una nuova finestra per surrogare il proprio finanziamento e ridurre così il peso degli interessi. Guardando ai tassi attuali, chi ha sottoscritto un mutuo a gennaio 2019, surrogandolo oggi potrebbe risparmiare 500 euro l’anno di interessi».

1 October 2019 di

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