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Decreto liberalizzazioni e mutui

20 gen 2012 | 3 min di lettura | Pubblicato da

mano che sorregge chiavi

Anno nuovo, stangata sui mutui vecchia. O almeno per quelli che ancora devono essere stipulati. Nonostante il 2011 - l’annus horribilis per gli spread - sia terminato, varcare la porta delle banche resta sempre un rischio per i mutuatari.

La passione tutta italica del mattone viene, infatti, completamente annientata dalla restrizione dell’accesso al credito. Così come emerge dai dati diffusi in questi giorni dalla Banca d’Italia, secondo cui gli italiani nel terzo trimestre del 2011 hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 10,3 miliardi di euro, cioè 2 miliardi di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2010 (-16,06%).

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La situazione che ci si trova davanti è, quindi, la stessa di 3 settimane fa: la chiusura del mercato dei prestiti per la casa. Tutta colpa dell’impennata a quota 500 registrata tra il differenziale di rendimento tra i Btp e i Bund, cioè i titoli di stato decennali italiani e tedeschi, che ha moltiplicato il rischio per gli istituti di credito che - a loro volta - si sono ritrovati ad affrontare maggiori costi nella ricerca di liquidità.

Un pericolo, poi, scaricato immediatamente sul cliente che, dall’oggi al domani, ha iniziato ad accollarsi il ricarico applicato ai finanziamenti. Tanto che lo spread (in questo caso il guadagno della banca) da inizio gennaio risulta addirittura aumentato rispetto allo scorso dicembre: l’avevamo lasciato al 3,5%/4%; ora ha sfondato il muro del 5%. Senza, tuttavia, dimenticare che nell’estate 2010 un mutuatario riusciva, invece, a strappare uno spread dello 0,9%.

Rincari applicati dagli istituti di credito che restano, quindi, ancora elevatissimi e che annullano di fatto i risparmi che arrivano dalla riduzione registrata dall’Euribor e dall’Irs. I tassi applicati rispettivamente ai mutui a tasso variabile e a quello fisso sono, infatti, ulteriormente in discesa: l’Euribor a 3 mesi è all’1,2%, mentre l’Irs a 25 anni è al 2,55%. Percentuali, insomma, abbastanza in linea con il costo del denaro che anche nell’ultima riunione della Banca centrale europea della scorsa settimana è stato lasciato fermo all’1% con le aspettative per un futuro rialzo solamente entro la prima metà di quest’anno.

Ma, come detto, questa congiuntura positiva per i mutuatari viene completamente vanificata facendo partire decisamente in salita questo 2012 per chi vuole sottoscrivere un prestito per acquistare casa. Tanto che secondo i dati diffusi da Crif, a dicembre la domanda di mutui da parte delle famiglie è calata a picco del 41% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. E sempre a due cifre è anche la diminuzione registrata nel 2011: il bilancio parla di un - 19% rispetto all’anno prima, mentre nei due anni precedenti il segno era stato positivo con un +1% nel 2010 e + 7% nel 2009.

Che fare, quindi, in attesa che le tensioni sul mercato interbancario si allentino e i mutui tornino ad essere appetibili? Sicuramente bisogna aspettare e, nel frattempo, gioire per le novità che arrivano dal fronte politico.

Con il nuovo pacchetto di misure legate alle liberalizzazioni, il Consiglio dei ministri si appresta a varare anche un decreto molto interessante per gli aspiranti mutuatari: una stretta su banche e assicurazioni legate ai mutui. È, infatti, previsto che se gli istituti di credito condizioneranno l’erogazione del mutuo alla stipula di un contratto di assicurazione sulla vita saranno tenuti a sottoporre al cliente almeno due preventivi di due differenti gruppi assicurativi.

In altre parole chi contrae un prestito per la casa non sarà più obbligato ad accettare la polizza proposta dalla banca, ma avrà la possibilità di visionare i contratti di almeno altre due assicurazioni, anche se sempre proposti dalle banche.

Un’importante novità che va ad affiancarsi al nuovo regolamento Isvap (l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) che entrerà in vigore il prossimo 2 aprile e che permetterà ai mutuatari di poter stipulare la polizza assicurativa (compresa l’assicurazione in caso di perdita del posto di lavoro e caso morte) con qualsiasi compagnia e non obbligatoriamente con quella imposta dagli istituti bancari.

20 January 2012 di Patrizia De Rubertis

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