2 miliardi per i mutui

Nuovo ossigeno per i mutui. Questo l’annuncio del governo, arrivato dopo l’approvazione del “pacchetto casa” da parte del Consiglio dei ministri. Si tratta di 2,2 miliardi di euro che la Cassa Deposito e Prestiti metterà a disposizione delle banche per l’erogazione di nuovi prestiti per l’acquisto dell’abitazione principale. Una nuova linfa, insomma, per alleviare le sofferenze del mattone (tra crollo del settore immobiliare, compravendite in picchiata e mutui concessi al lumicino) messo in ginocchio dalla crisi negli ultimi tre anni.

Il perno di questo pacchetto è, quindi, nelle mani - o meglio nelle casse - della società che gestisce i soldi dei risparmiatori depositati in Posta (e controllata all’80,1% dal ministero delle Finanze e al 18,4% dalle Fondazioni bancarie).

Vediamo come funziona. La Cassa deposito e prestiti “potrà acquistare obbligazioni bancarie nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione di crediti derivanti da mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali, liberando l’attivo delle banche che dovranno così concedere nuovi mutui”. In altre parole, ora le banche italiane (che hanno ben deciso di investire la pioggia di miliardi concessa dalla Bce al tasso dell’1% nei primi mesi 2012 non per dare liquidità al sistema, alle tasche dei cittadini, ma per ripianare i propri debiti) rimaste ora nuovamente a secco, potranno liberarsi dei vecchi prestiti -trasformati in prodotti finanziari - vendendoli allo Stato attraverso la Cdp.

Questo meccanismo è, comunque, una parte del “pacchetto casa” varato (che in toto vale 4,4 miliardi di euro), visto che altri due miliardi di euro servono a finanziare l’housing sociale, mentre i restanti 200 milioni di euro andranno a quattro fondi: tre già in uso che vengono implementati e uno nuovo destinato alla “morosità incolpevole”, cioè a quelle famiglie che hanno sempre pagato l’affitto regolarmente e che all’improvviso si sono ritrovate in difficoltà per colpa della crisi.

Andiamo con ordine. Detto che i costruttori edili incassano una misura a lungo attesa e sollecitata - vale a dire la cancellazione dell’Imu dagli immobili realizzati, ma ancora in attesa di trovare un compratore - è stata altresì prevista l’esenzione per l’edilizia residenziale sociale. I beneficiari sono gli ex Istituti autonomi di case popolari (Iacp) e i programmi abitativi finanziati dal Fia (Fondo investire per l’abitare) per la realizzazione degli alloggi sociali.

Capitolo a parte per i quattro fondi con dote totale di 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro destinati a rifinanziare tre misure esistenti di sostegno ad affittuari e acquirenti di prime case. Si tratta di 40 milioni di euro concesso al Fondo per la sospensione dei mutui (Legge 244/2007), gestito dalla Consap. È prevista nuova liquidità per i mutuatari in difficoltà con la restituzione delle rate per l’acquisto della prima casa. Per loro è prevista la sospensione del pagamento per 18 mesi se il muto non supera i 250mila euro e l’indicatore Isee non è superiore a 30mila euro. Altri 60 milioni di euro vanno al fondo di sostegno all’affitto (Legge 431/1998), via via ridotto al lumicino fino al 2011 e azzerato negli ultimi due anni.

Poi, altri 60 milioni di euro sono dedicati all’acquisto di alloggi da parte delle giovani coppie (Dl 25 giugno 2008) con un’importante novità: tra i beneficiari, ai nuclei monogenitoriali con figli minori, si aggiungono anche i lavoratori atipici under 35. Quindi, chi è senza contratto a tempo indeterminato con un reddito fino a 35mila euro, potrà chiedere un mutuo massimo di 200 mila euro tramite la garanzia statale fino al 50% dell’importo.

Il quarto nuovo fondo - con una dote di 40 milioni di euro - è infine dedicato agli affittuari morosi incolpevoli che hanno cessato di pagare l’affitto a causa di una perdita del loro reddito. L’intervento è stato necessario a causa dell’aumento dei provvedimenti di sfratto di cui oltre il 90% riguarda le famiglie.

30 August 2013 di

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