Mutuo cointestato: cos'è e come funziona

Cos'è un mutuo cointestato

Il mutuo cointestato, come suggerisce lo stesso nome, è una soluzione che permette di accendere un mutuo con due o più intestatari e di beneficiare quindi della possibilità di suddividere l'onere del pagamento delle rate su due o più persone, saldando una rata mensile pro capite più bassa. Vediamo come funzionano nel dettaglio i mutui cointestati e quando conviene richiedere la cointestazione di un mutuo.

Come funzionano i mutui cointestati

Il mutuo cointestato si configura quando il finanziamento viene sottoscritto da almeno due debitori. In buona sostanza l'istituto di credito riceve una garanzia aggiuntiva sul rimborso della somma accordata, per cui i sottoscrittori si impegnano a pagare le rate fino alla completa estinzione del debito.

Nella maggior parte dei casi il mutuo cointestato viene preferito dalle giovani coppie che intendono acquistare la prima abitazione con un mutuo under 36, ma spesso anche da genitori e figli. In ogni caso per poter accedere a questa forma di finanziamento non sono necessari i vincoli di parentela fra i debitori, perché ciò che conta è la garanzia patrimoniale, nonché il puntuale versamento delle quote da parte dei mutuatari.

Vantaggi e svantaggi del mutuo cointestato

Richiedere il mutuo cointestato assicura tutta una serie di vantaggi per i debitori e la banca:

  • L'istituto di credito è maggiormente propenso nel concedere il finanziamento in presenza di più di un mutuatario, tanto che spesso gli interessati avranno la possibilità di ottenere somme elevate.
  • Attraverso il mutuo cointestato anche i tassi di interesse si rivelano più vantaggiosi.
  • Al contempo il pagamento della rata sarà meno difficoltoso in quanto il relativo importo verrà ripartito tra i cointestatari.
  • La contestazione del mutuo consente poi benefici di natura fiscale, visto che comporta la detrazione degli interessi passivi.

Per quanto riguarda gli aspetti negativi del mutuo cointestato è facile immaginare che questa formula si rivela inadeguata quando i rapporti fra i mutuatari dovessero sgretolarsi oppure nel momento in cui uno dei debitori non dovesse provvedere al pagamento della quota.

Il mutuo cointestato dovrà essere rimborsato anche in caso di separazione, quindi solitamente il coniuge con il reddito più elevato provvede a pagare per intero la rata del mutuo per poi detrarre tale spesa dall'assegno di mantenimento. In alternativa si opta per l'uscita dal contratto di uno dei due coniugi, in modo da avere un solo mutuatario che diventerà proprietario dell'immobile sul quale grava l'ipoteca.

Quando conviene richiedere un mutuo cointestato

La cointestazione del mutuo casa conviene sicuramente in caso di comproprietà dell'immobile, oppure quando la condizione reddituale del singolo intestatario non è sufficiente per ottenere l'erogazione di un finanziamento. Questo tipo di mutuo è inoltre consigliato nel momento in cui l'interessato non dispone di garanzie idonee da poter presentare alla banca.

Occorre segnalare che il mutuo cointestato si rivela una buona soluzione per le coppie in cui uno dei due lavora come libero professionista o comunque non è assunto con un contratto a tempo indeterminato.

In situazioni del genere, infatti, potrebbe accadere che per un certo periodo uno dei due non possa più sostenere il pagamento delle quote, ma grazie alla cointestazione sarà possibile evitare casi di insolvenza. Il mutuatario che non si trova in difficoltà economiche potrà pertanto coprire per intero il corrispettivo da versare mensilmente alla banca.

Come richiedere un mutuo cointestato

Le modalità per poter richiedere il mutuo cointestato sono le medesime di quelle previste per i finanziamenti ipotecari intestati a un solo soggetto. La sola differenza è che la domanda sarà presentata a nome di tutti gli interessati coinvolti, i quali sono tenuti a fornire alla banca la documentazione personale necessaria al fine di valutare la fattibilità dell'operazione.

Ciascun intestatario, pertanto, in aggiunta alla documentazione personale dovrà presentare il certificato di nascita, l'estratto di matrimonio, l'eventuale sentenza di separazione o divorzio e lo stato di famiglia.

In aggiunta occorre esibire i documenti che attestano il reddito per i lavoratori dipendenti, nonché il contratto di assunzione dal quale si evince l'anzianità di servizio, le ultime tre buste paga, la copia del CUD o del modello 730.

I lavoratori autonomi, invece, allegheranno alla richiesta di mutuo cointestato la copia della dichiarazione dei redditi, il bilancio di esercizio, l'estratto della camera di commercio industria e artigianato, nonché l'eventuale iscrizione all'albo di appartenenza.

Come uscire da un mutuo cointestato

Alla luce di quanto spiegato, il mutuo cointestato non è obbligatorio, ma in certi casi può succedere che sia la stessa banca a richiedere la cointestazione proprio al fine di ottenere maggiori garanzie al momento della stipula. Questa situazione ricorre in caso di proprietà immobiliari che appartengono a più soggetti.

Può quindi capitare che uno dei due mutuatari intenda uscirne e la strada più semplice da seguire consiste nel mettere in vendita la casa. Così facendo la somma ricavata potrà poi essere impiegata per estinguere le rate rimanenti del mutuo. Ciò che eventualmente resta del capitale riscosso potrà essere diviso fra i due cointestatari.

Altre opzioni per uscire da un mutuo cointestato consistono nell'affitto dell'immobile oppure nell'accollo del mutuo.

Nel primo caso si impiegano i canoni di locazione per poter estinguere le rate del mutuo. La seconda ipotesi, invece, viene accordata dall'istituto di credito quando il mutuatario che intende diventare il solo intestatario del finanziamento potrà dimostrare di avere le garanzie idonee.

Cosa succede se uno degli intestatari non paga più le rate

Spesso accade che il cointestatario del mutuo smetta improvvisamente di corrispondere le quote per svariate motivazioni e in questo caso, essendo coinvolti soggetti in solido fra loro, l'istituto di credito ha la facoltà di rivalersi sugli altri intestatari, affinché paghino l'intera rata del finanziamento.

Quando poi uno degli intestatari non intende versare le quote oppure è impossibilitato a pagare la sua parte di mutuo perché si trova in difficoltà economiche, bisogna trovare delle soluzioni. Posto che la banca si pone come parte terza estranea agli accordi intercorsi fra i mutuatari e quindi vanta il solo interesse ad ottenere l'importo concesso, è pure vero che quando uno dei mutuatari si accolla l'intero mutuo resta proprietario soltanto per la parte acquistata e non per quella realmente pagata.

A questo punto si possono adottare diversi rimedi per porre fine all'insolvenza e operare al contempo una suddivisione equa.

Nel momento in cui il cointestatario non riesce più a versare la sua quota di mutuo si potrebbe avanzare all'istituto di credito una richiesta di rinegoziazione con nuove condizioni, che preveda, ad esempio, un versamento del rimborso dilazionato, così da permettere anche al debitore di estinguere la sua parte. Altrimenti si può sempre ottenere una surroga a condizioni maggiormente vantaggiose rispetto a quelle originarie.

Cosa succede poi quando il cointestatario dovesse rifiutare di corrispondere il denaro all'altro oppure agli altri soggetti coinvolti nell'operazione? Stavolta gli interessati non in mora potrebbero acquistare la quota del debitore oppure scegliere di mettere in affitto l'immobile, così da pagare la rata con il ricavato della locazione. L'ultima strada da percorrere resta poi quella di procedere con la vendita della casa in modo da utilizzare l'importo conseguito per estinguere il mutuo.

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