Mutui: cosa fare quando la rata pesa troppo?

Ecco gli strumenti che possono tornare utili
Pubblicato il 7 February 2023
Da un lato l’inflazione, che riduce il potere d’acquisto dei risparmiatori, dall’altro il continuo aumento dei tassi di interesse da parte della Bce, nel tentativo di contrastare l’aumento del costo della vita, stanno mettendo a dura prova le finanze delle famiglie che devono far quadrare ogni mese il saldo tra entrate e uscite. Tra le voci più importanti, e tra quelle direttamente influenzate dalle decisioni della Bce, vi è la rata del mutuo prima casa.
L’associazione Confconsumatori sta in questo momento cercando di divulgare il più possibile le informazioni circa l’esistenza di strumenti utili a far fronte a questo momento di difficoltà e a rendere i pagamenti delle rate più gestibili per il bilancio familiare: si tratta del fondo per la sospensione dei mutui sulla prima casa, prorogato dalla Legge di Bilancio, e dell’obbligo per le banche, in alcuni casi, di accettare la rinegoziazione del mutuo trasformandolo da tasso variabile a tasso fisso.
Quando è possibile sospendere il pagamento delle rate del mutuo
La Legge di Bilancio ha prorogato il “Fondo di sospensione mutui per l’acquisto della prima casa”: si tratta di una misura che prevede la possibilità di beneficiare della sospensione del pagamento delle rate del mutuo, fino a un periodo massimo di 18 mesi, al verificarsi di determinate situazioni: da quelle temporanee e legate all’andamento della proprio occupazione fino a quelle più gravi come invalidità e morte.
Le situazioni temporanee comprendono la perdita o la sospensione del lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro e il calo del fatturato superiore al 33% su base trimestrale per i lavoratori autonomi. Sono ammessi a questi misura mutui per un importo massimo di 400mila euro, il Fondo sostiene fino al 50% degli interessi che maturano nel periodo della sospensione ed è confermato lo stop al pagamento delle rate anche per i mutui già ammessi ai benefici del Fondo per i quali sia ripreso, per almeno tre mesi, il regolare ammortamento delle rate.
Per ottenere la sospensione non occorre presentare l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), è sufficiente depositare alla banca che ha concesso il mutuo la domanda, con la documentazione necessaria, disponibile sul sito della Consap.
Quando è possibile rinegoziare il mutuo
Confconsumatori ricorda che è sempre possibile chiedere alla propria banca di trasformare il tasso variabile in tasso fisso. Dopo la Legge di Bilancio – per alcuni tipi di mutuo – la banca è tuttavia obbligata ad accettare la domanda (comma 322 della Legge n.197/2022). Possono beneficiare di questa agevolazione solo i mutuatari con reddito ISEE non superiore a 35mila euro, in regola con il pagamento delle rate, che per l’acquisto o la ristrutturazione della propria abitazione, hanno acceso mutui ipotecari con stipula o accollo prima dell’1 gennaio 2023; con importo originario non superiore a 200mila euro e con tasso variabile per tutta la durata del contratto.
«Le condizioni di rinegoziazione – spiega l’avvocato Antonio Pinto di Confconsumatori – consistono nell’applicazione del tasso annuo nominale fisso con un tetto prefissato. Il nuovo tasso fisso si calcola sommando allo spread originariamente previsto nel contratto di mutuo, il minore tra l’IRS (Interest Rate Swap) a 10 anni e l’IRS pari alla durata residua del mutuo. Inoltre, si potrà concordare o l’applicazione del nuovo tasso fisso per un periodo inferiore alla restante vita del finanziamento, oppure un allungamento del piano di rimborso per massimo 5 anni sempre che, al momento della rinegoziazione, la durata residua del mutuo non superi già i 25 anni».
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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
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