Immobili, il 58% delle compravendite è in classe G
18 apr 2023 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Solo 4,2% gli scambi di edifici in classe A
L'approvazione della direttiva europea sulle case green ha riportato l'attenzione sullo stato degli immobili italiani. Spesso datati e, soprattutto, con una classe energetica bassa. Secondo i dati diffusi dall'Enea, il 61% del patrimonio immobiliare italiano appartiene alle classi F e G.
Una quota così significativa non poteva che ripercuotersi sul mercato. In base alle analisi condotte dall’Ufficio Studi Tecnocasa tramite le agenzie del gruppo, nell’ultimo anno il 58% delle compravendite ha riguardato immobili di classe G, la meno efficiente. Una quota che, negli ultimi tre anni non si è praticamente mossa.
Perché l'Italia è ferma alla G
L'assenza di progressi sostanziali è dovuta, secondo l'ufficio studi, alla “vetustà del patrimonio immobiliare italiano”. Pesano poi ragioni economiche. Il Covid prima e l'impennata dei costi energetici poi hanno reso i pochi immobili con una classe energetica elevata ancora più appetibili. Il loro prezzo è, di conseguenza, lievitato.
Gli acquirenti con un budget limitato o in cerca di occasioni, quindi, acquistano o accendono un mutuo puntando su immobili di classe energetica inferiore, da ristrutturare.
L'efficienza è lontana
La tendenza emerge chiaramente osservando le quote di compravendite occupate dalle classi energetiche più performanti, pari al 4,2% per gli edifici A e al 2,6% per gli edifici B. Percentuali contenute, anche perché riguardano immobili nuovi, che fisiologicamente rappresentano una parte minoritaria delle compravendite.
Peraltro, nota l’Ufficio Studi Tecnocasa, “rispetto a un anno fa c’è un calo della percentuale di compravendite nelle classi più elevate, molto probabilmente a causa delle minori compravendite che hanno interessato le nuove costruzioni, in particolare nella seconda parte del 2022”.
Affitti poco efficienti
Lo scenario non cambia più di tanto se si osservano le locazioni. È in classe G il 54,6% degli immobili in affitto. La classe A costituisce appena il 2,3% delle locazioni, anche se in decisa crescita rispetto all'1,6% del 2021.
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