Dalle banche, un miliardo in più al mese per chi compra casa
23 set 2025 | 2 min di lettura

Il taglio dei tassi funziona, anche se peggio di un tempo. L’allentamento monetario della Banca centrale europea, iniziato da giugno 2024, ha fatto aumentare l’emissione dei mutui di 12 miliardi nel giro di un anno. In pratica, a un ritmo di un miliardo al mese. Lo afferma un’analisi della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, che sottolinea però come “la trasmissione della politica monetaria dalle banche alle famiglie si è arrestata”.
Lo “spread” tra banche e Bce
In sostanza, spiega la Fabi, le banche sono state molto reattive all’inizio, addirittura anticipando i tagli della Bce con condizioni più vantaggiose per i propri clienti. Poi però si sono stabilizzate, non seguendo la banca centrale ma fermandosi a tassi del 3,6-3,9%, nonostante quelli ufficiali siano scesi sotto il 2%. Si è quindi creato un differenziale superiore a 1,6 punti. “Vuol dire – spiega la Federazione - che le banche hanno di fatto smesso di trasferire alla clientela i benefici derivanti dalla riduzione del costo del denaro”.
Tra le cause, la prudenza degli istituti di credito per il quadro macroeconomico internazionale ancora incerto, la volontà degli istituti di credito di voler mantenere ancora alto il margine d’interesse (cioè il guadagno legato ai prestiti) e la debolezza della domanda da parte della clientela.
Salite e discese
Per arrivare a queste conclusioni, la Fabi ha analizzato l'andamento dei tassi e la reattività delle banche negli ultimi tre anni e mezzo.
Nel gennaio 2022, quando il tasso Bce era ancora fermo allo 0%, i tassi medi sui mutui si attestavano all’1,78%. Nei mesi successivi, nonostante l’assenza di manovre da parte della Bce fino a luglio, i tassi bancari hanno iniziato a salire in modo graduale, superando il 2,4% a metà anno. Gli istituti avevano anticipato l’aspettativa di rialzi imminenti da parte della Bce. Con l’avvio della fase restrittiva della Bce (da luglio 2022 in avanti), il tasso ufficiale era salito fino al 4,50% nel settembre 2023, con i tassi sui mutui arrivati al 4,92% nel novembre 2023.
Un’inversione di tendenza si è osservata a partire dal giugno 2024, quando la Bce ha avviato un ciclo di allentamento, abbassando i tassi di 25 punti base. Anche in questo caso, le banche avevano anticipato le mosse di Francoforte. Il calo è stato però graduale, con i tassi bancari che sono scesi al 3,61% nel luglio 2025.
I dati mostrano quindi come le banche abbiano risposto molto velocemente alle strette della Bce e più lentamente agli allentamenti. Secondo la Fabi, è “un fenomeno che fa emergere un malfunzionamento della trasmissione della politica monetaria”, condizionando le condizioni di finanziamento di famiglie e imprese.
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