Caro mutui, 300.000 famiglie hanno rinunciato a comprare casa
L'effetto dell'aumento dei tassi
Pubblicato il 22 July 2024
Tasso più alti, mutui più cari, banche più caute nel concederli. È quello che è successo nell’ultimo anno e mezzo. Risultato: circa 300.000 famiglie con l’obiettivo di comprare casa con un mutuo hanno rinunciato. Lo stima Nomisma, nel suo secondo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2024.
Senza mutuo non si compra
La rinuncia non è stato il solo effetto del caro mutui. Si è ridotta, ad esempio, la quota della spesa coperta dal mutuo, passata dal 51,9% del primo trimestre 2022 al 38,6% del primo trimestre del 2024. In sostanza, le banche hanno tirato il freno e chi ha comprato lo ha fatto potendo contare sulla liquidità già disponibile.
Lo conferma un altro dato. Nel complesso, il mercato immobiliare italiano ha accusato un calo delle compravendite dell’8%. Ma se gli acquisti senza mutuo hanno continuato a crescere (+4,8%), quelli con il mutuo sono sprofondati (-26%). Da qui la rinuncia, perché la maggior parte delle famiglie non può permettersi di pagare un appartamento sull’unghia.
Voglia di casa
Il calo, spiega la ricerca, non dipende “da un cambiamento delle intenzioni di acquisto da parte delle famiglie, ma dalla drastica riduzione del loro potere d’acquisto, cui si uniscono le politiche restrittive di erogazione da parte degli istituti di credito, con una contrazione del plafond destinato ai mutui”.
In sintesi: gli italiani continuano a desiderare la casa di proprietà, ma non sono stati capaci di reggere un prestito a lungo termine.
I prezzi aumentano
Se le compravendite calano, i prezzi continuano ad aumentare. I costi delle abitazioni in ottimo e buono stato hanno fatto segnare una crescita dell’1,6% e dell’1,4%.
Si tratta, sottolinea Nomisma, di incrementi leggermente superiori a quelli registrati nel primo semestre dello scorso anno, che “confermano il trend di ascesa dei prezzi delle abitazioni iniziato nel post pandemia”.
Nello specifico, i prezzi delle abitazioni nuove si muovono in un range compreso tra il +0,4% semestrale di Torino e il +2,4% di Milano. Il capoluogo lombardo detiene anche il primato della variazione dei prezzi per le abitazioni usate, +2% a fronte di una crescita minima pari a +0,5% di Genova.
Le previsioni per i prossimi mesi
Dopo questi mesi di “ridimensionamento”, Nomisma vede un mercato immobiliare “destinato a riprendere una traiettoria ascendente”. Almeno inizialmente, però, il passo dovrebbe essere “tutt’altro che spedito, perché la prudenza degli istituti di credito non verrà immediatamente meno”.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore Giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.
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