Nuove speranze per i mutuatari
“Si è interrotto l’irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, riflettendo le prospettive meno sfavorevoli per il mercato immobiliare”. A sentenziare questa ottima notizia per tutti i mutuatari è l’ultima indagine sul credito bancario della Banca Centrale Europea.
Uno spiraglio positivo quello che si riflette sul credito a cui fanno il paio i dati pubblicati da Crif. Numeri alla mano, dopo due anni e mezzo di segno negativo e in profondo rosso, inaspettatamente a luglio è aumentata la domanda di mutui, tanto da toccare una crescita del 2% rispetto al 2012.
Il segnale di svolta si vede a partire dal periodo luglio/settembre, quando - si legge nel rapporto - “nelle valutazioni prospettiche degli intermediari l’irrigidimento delle condizioni di offerta si interromperebbe”, mentre in precedenza si riteneva che “la marcata debolezza della domanda di prestiti sarebbe proseguita nel secondo trimestre del 2013”.
A dare una boccata di ossigeno è stato certamente il presidente dell’Istituto di Francoforte, Mario Draghi, che ha ribadito: “Già nel 2013 ci sarà una graduale ripresa, nonostante i rischi per le prospettive dell’area euro continuino a essere indirizzati al ribasso”. L’orientamento della politica monetaria della Bce “resterà, quindi, accomodante finché sarà necessario”. In che modo? Semplice: “Tenendo - ha spiegato Draghi - i tassi di interesse di riferimento su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”. Vale a dire ai minimi storici dello 0,5%.
In altre parole stiamo parlando di tassi quasi a zero per i mutui ancora per un bel po’, tanto che le previsioni parlano di almeno tre anni. Gli aumenti futuri degli Euribor (l’indice che misura il grado di fiducia interbancario in Europa e che viene utilizzato dalle banche per calcolare le rate dei mutui a tasso variabile) si prevedono, infatti, solo dopo la metà del 2016.
Così il tasso continuerà a viaggiare ai minimi di tutti i tempi: intorno allo 0,2% l’indice trimestrale e allo 0,1% quello a 1 mese. Il tutto per la gioia dei mutuatari che vanteranno ancora per parecchi mesi di una quota degli interessi bassissima. Basti pensare che nel 2008, nel pieno della crisi dei mutui subprime, l’Euribor era arrivato a toccare il 5,39%.
Insomma, un barlume di ottimismo che si scontra, tuttavia, con una realtà ancora incerta visto che - all’atto pratico - la moneta continua a circolare con molto sforzo e si fa una fatica mostruosa ad arrivare alla fine del mese. Entrando in banca, infatti, gli aspiranti padroni di casa non ricevono certamente un’accoglienza da festeggiamento con i rubinetti del credito semi chiusi.
Tanto che la fotografia totale scattata dalla Bce rivela che le politiche per l’offerta dei prestiti alle imprese sono divenute nel secondo trimestre 2013 lievemente più restrittive.
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