Mutuo in affanno, difficile l’accesso al credito
Caro vita e difficoltà di accesso al credito penalizzano la richiesta di mutui e le famiglie ritornano a guardare agli affitti. È questa la fotografia scattata dal terzo osservatorio sul mercato immobiliare 2023 di Nomisma che certifica il trend in atto dalla seconda metà del 2022 e che ha il suo apice nel 2023.
L'analisi di Nomisma
Nomisma ha analizzato le performance immobiliari dei 13 principali mercati italiani: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia.
Le ragioni del calo sono da trovarsi nell’erosione del potere di acquisto delle famiglie italiane associata alle difficoltà di accesso al credito. Se la domanda potenziale resta, e si mantiene a livelli straordinariamente elevati, la crisi, spiegano gli esperti Nomisma, è dovuta: “dalla mancata indicizzazione dei redditi e dalle accresciute difficoltà di accesso al credito derivante dall’impennata del costo del denaro”.
Le politiche creditizie nel segno della prudenza e il freno della domanda certificano un calo dei volumi sui mutui erogati del -29% nel 2023 con quindi una diminuzione delle compravendite del -13%. Di contro, spiega il Rapporto: “Le difficoltà riscontrate dalle famiglie a finalizzare l’acquisto di una casa fanno crescere l’interesse per il mercato degli affitti. Nell’ultimo anno il 7,3% della domanda si è spostata dall’acquisto all’affitto accentuando la pressione su un comparto già saturo”.
Tempi medi di vendita, più lunghi
Dopo dieci anni di trend in discesa per i tempi di vendita degli immobili, si assiste a una risalita; in città come Bologna, Milano e Roma si registra, seppure contenuto, un allungamento dei tempi di vendita. Si passa dai 5,5 mesi di Padova, Venezia, Firenze, Roma, Bari e Catania, ai 4 mesi di Milano e Bologna. Considerando il segmento della locazione la forbice varia dal mese e mezzo a poco più di due mesi.
Nel secondo semestre dell’anno, infine, il parziale spostamento di interesse verso il mercato degli affitti ha portato ad una vera e propria ascesa dei canoni (+2,1%). Analizzando le singole città si segnalano gli incrementi compresi tra il 3-4% di Milano, Firenze e Torino, fino al +5% di Bologna.
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