Mutui, in arrivo un cambiamento di rotta?

Movimenti contrastanti nel mondo dei mutui. I dati a disposizione negli ultimi tempi evidenziano un panorama senz’altro in fermento, in cui - dopo un periodo di boom guidato dalle surroghe, dai bassi prezzi immobiliari, dalla rinnovata fiducia nell’economia, dal calo dei tassi di interesse – iniziano a verificarsi frenate e cambiamenti di rotta. Che sia il preludio di una inversione di tendenza?
L’Istat ha evidenziato che nel terzo trimestre del 2017 le convenzioni notarili per mutui ed altri finanziamenti legati ad ipoteche sono scesi, rispetto al trimestre precedente, del 3,3% a livello nazionale. Un calo che ha interessato indifferentemente tutte le zone d’Italia: al Sud la decrescita è stata del 5,5%, nel centro del 5%, al nord-ovest si è registrato un -3% mentre nel nord est un -2,4%. Sola eccezione le Isole, che hanno invece mostrato un aumento del 2,2% in questo tipo di contratti. Anche il calo annuo si è mostrato deciso: -2,4% a livello nazionale, al culmine di una serie di trimestri – iniziata col primo trimestre 2016 – in cui i margini di crescita si sono fatti sempre più ristretti, fino a sfociare nel territorio negativo. In questo caso al centro vediamo un -4,1%, al Nord est un -4%, al Nord ovest un -1,9%, al Sud un -1% annuo. Anche in questo caso l’unico segno più è per le isole, che crescono del 3,7% in un anno. C’è da dire però che considerando le variazioni dall’inizio dell’anno, i primi nove mesi del 2017 si chiudono in positivo: al Nord-ovest +4,4%, al Sud e Isole rispettivamente +3,6% e +3,4%. Tutto questo a fronte di convenzioni notarili di compravendita che, indica l’Istat, segnalano un mercato delle compravendite immobiliari per il settore abitativo sostanzialmente stabile.
Altro dato rilevante lo ha comunicato l’Abi: a gennaio le sofferenze nette delle banche sono scese sotto i 60 miliardi di euro, per la precisione a quota 59,3 miliardi (il mese precedente si erano attestate a 64,1 miliardi di euro mentre a fine 2016 si parlava di quasi 87 miliardi di euro). Migliora quindi la capacità delle famiglie di ripagare mutui, prestiti e finanziamenti, le cui erogazioni (sia a famiglie che a imprese), a febbraio, risultano in crescita dell’1,9% e il cui numero, per quanto riguarda i soli finanziamenti alle famiglie, è aumentato del 2,8%. Complici, come si diceva, i tassi di interesse, sui nuovi minimi storici a febbraio. Per quanto riguarda i mutui, il tasso medio è infatti sceso all’1,89% contro l’1,92% del mese precedente. Tassi così bassi che tuttora, stando agli ultimi dati Abi, i due terzi dei nuovi mutui sono a tasso fisso. E che hanno portato a gennaio una crescita del mercato dei mutui, il cui ammontare totale è salito del 3,2% rispetto al gennaio 2017.
D’altro canto, il sistema di informazioni creditizie Crif segnala che a febbraio si sia verificata una flessione del 6,9% nella domanda di mutui da parte delle famiglie italiane, guidata, a dire degli analisti, dal ridimensionamento delle surroghe. L’importo richiesto si conferma però in crescita dell’1,3% rispetto a febbraio 2017, con un valore medio di oltre 126 mila euro.
23 March 2018 di Floriana Liuni
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