Mutui, aumenta la domanda
Una medaglia a due facce, come da qualche tempo a questa parte, si rivela la lettura dei dati su mutui e prestiti richiesti e concessi alle famiglie italiane. Secondo quanto pubblicato da Bankitalia, relativamente alla situazione dello scorso febbraio, le imprese hanno potuto ottenere finanziamenti per un 3% in meno rispetto al mese precedente, quando già si era registrato un calo del 2,7%. Stessa situazione per le famiglie, a favore delle quali i finanziamenti hanno registrato un calo dello 0,4% (rispetto al -0,5% del mese precedente).
A frenare l’erogazione di liquidità dalla banca all’impresa e alla famiglie è proprio il fattore che, invece, ne stimola la domanda, ovvero il calo dei tassi di interesse. Tali tassi, secondo quanto rilevato dalla Banca d’Italia, comprese le spese accessorie sono scesi al 3,01% rispetto al 3,07% del mese precedente. Un dato coerente con quello dei tassi praticati per il credito al consumo, scesi a febbraio all’8,64% dal precedente 8,71%.
I bassi tassi di interesse trattengono, quindi, gli istituti di credito dall’erogare finanziamenti. Eppure è proprio la convenienza dei tassi a far percepire un prestito per l’acquisto di un immobile un po’ più “alla portata” di tutti, sebbene, alla conseguente spinta della domanda, si accompagni un calo degli importi richiesti.
L’ultimo Barometro Crif, relativo al mese di marzo, ha registrato un balzo record del 49,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che già era stato caratterizzato da un segno più. Il dato porta la domanda aggregata dei primi tre mesi del 2015 ad un aumento del 37,5% rispetto al primo trimestre 2015. Tuttavia, il lato oscuro di questo dato è costituito proprio dall’entità dei volumi erogati, ridotti di circa il 30% per un importo medio richiesto pari a 123.300 euro. In generale, un terzo della domanda di prestiti per l’acquisto di immobili non supera i 150 mila euro, da estinguere, nel 23% dei casi, tra i 15 e i 20 anni.
Come già si è detto in precedenza, a sostenere la domanda di mutui sono le surroghe, rese possibili dalla variazione favorevole dei tassi di interesse che lascia intravedere a chi è già intestatario di un mutuo ma incontra qualche difficoltà nel pagamento delle rate la possibilità di prendere fiato cambiando le condizioni del ripianamento del debito.
Tuttavia, il Barometro Crif ha voluto stavolta soffermarsi sul tema delle surroghe, per dargli una dimensione effettiva, e ha rilevato che, considerando tutte le pratiche di cambio mutuo effettivamente avviate presso gli istituti di credito da parte dei loro clienti (e non conteggiando le sole richieste di informazioni sul web o le simulazioni effettuate tramite i comparatori on line), il numero delle richieste di surroga o sostituzione è sì effettivamente cresciuto negli ultimi tre anni, arrivando a pesare circa l’11% del totale delle richieste del 2014 (e il 14,6% nel solo ultimo trimestre). Però tale numero resta inferiore, come peso, rispetto a quanto rappresentava nel 2010 e nel 2011.
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