Il cambiamento climatico non fa bene alle compravendite immobiliari
Il cambiamento climatico non fa bene alle compravendite immobiliari; il clima caldo smorza gli entusiasmi per andare a fare le visite e concludere le compravendite sia on line sia fisiche e influenza anche sulla domanda della qualità dell’immobile. Lo rivela uno studio di banca di Italia che ha esaminato proprio l’impatto del cambiamento climatico sulla ricerca della casa.
Lo studio
Lo studio, si legge nel documento, esamina gli effetti del cambiamento climatico sul mercato immobiliare. L’ aumento dell'incidenza delle temperature calde influisce in modo significativo sulla ricerca di alloggi, sia online sia fisici, aumentando il lasso di tempo in cui rimangono sul mercato gli annunci immobiliari. La conseguenza, secondo gli esperti di Banca di Italia, è anche sulla dinamica dei prezzi: la domanda cala per case che non sono percepite come strutturalmente adeguate dal punto di vista climatico, cioè resilienti ai futuri rischi climatici. E questo può avere un impatto anche sui mutui prima casa.
Concentrandosi sul mercato immobiliare, il documento di Banca di Italia fa luce sugli effetti del cambiamento climatico sulle attività di ricerca e sottolinea il ruolo della temperatura come driver dei prezzi delle case. Studiare in che modo il cambiamento climatico influisce su altri tipi di attività di ricerca o altera la connessione tra ricerca online e fisica può essere una strada nuova per la ricerca degli immobili.
Le alte temperatura rallentano la ricerca degli immobili
Il campione utilizzato da Banca di Italia ha preso in esame un set di dati unico per l’Italia che copre sia la ricerca di alloggi online sia quella di persona nelle principali città italiane. Utilizzando i dati sugli annunci immobiliari, è stato monitorato con che frequenza mensile i clic online e le richieste di contatto per circa 2 milioni di annunci di case in vendita tra il 2016 e il 2019 e, per la prima volta, sono stati monitorati anche gli appuntamenti programmati di persona di acquirenti e venditori con gli agenti immobiliari.
Nella analisi di base, sono stati utilizzati i dati di temperatura giornalieri a livello di comune per esplorare gli effetti delle temperature molto calde sulla ricerca online e fisica in ogni città, e ci si è concentrati sull'impatto immediato e sulle implicazioni dinamiche utilizzando le proiezioni locali del panel. Si è notato che la ricerca di alloggi rallenta e di conseguenza aumentano i tempi di vendita delle unità abitative presenti sul mercato nelle giornate più calde. La diminuzione della domanda è accompagnata da una riduzione del numero di transazioni immobiliari e da una diminuzione dei prezzi richiesti pubblicati sugli annunci immobiliari. Sebbene la domanda si riprenda dopo lo shock termico, non è così per la riduzione dei prezzi che al contrario sembra restare permanente.
Cala l'interesse per gli immobili in bassa classe energetica
Lo studio di banca di Italia, poi, ha rilevato un rallentamento della domanda sugli immobili che non sono percepiti come strutturalmente sicuri dal punto di vista climatico, come quelli caratterizzati da classi energetiche basse (che comportano spese energetiche future più elevate) e assenza di spazi abitativi all'aperto (che forniscono sollievo dal caldo). Questi segnali per i ricercatori sono un effetto di "sveglia" sulle alte temperature, per agenti solitamente disattenti, sui futuri rischi economici del cambiamento climatico. Dunque, ricapitolando, secondo lo studio che mette in relazione l’aumento delle temperature e la ricerca delle case c’è una pressione al ribasso dei prezzi solo per gli appartamenti non climaticamente sicuri.
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